Corteo a Napoli contro la violenza: “Basta armi, combattere la povertà educativa”
NAPOLI – Un corteo di alcune migliaia di persone ha sfilato oggi per le strade di Napoli, chiedendo a gran voce disarmo e giustizia dopo una serie di tragici episodi di violenza giovanile. L’evento, intitolato "Liberiamo Napoli dalle violenze", si è tenuto in risposta agli omicidi di tre ragazzi – Emanuele Tufano, Santo Romano e Arcangelo Correra – avvenuti in quindici giorni, scatenando un’ondata di indignazione tra cittadini, associazioni e studenti.
La manifestazione è stata organizzata da oltre 150 realtà locali, unite dalla volontà di porre fine alla violenza e alle guerre di camorra che affliggono la città. Partito da piazza Garibaldi, il corteo ha raggiunto la prefettura di Napoli, dove gli organizzatori hanno chiesto un incontro con le istituzioni per discutere sui temi della sicurezza e dell’educazione.
Mariano Di Palma, referente di Libera in Campania, ha denunciato la situazione attuale: “Troppe armi, troppa violenza; serve una politica educativa nei quartieri”. La sua richiesta per politiche di intervento strutturale e risorse straordinarie risuona come un invito a riflettere sul bisogno urgente di affrontare la povertà educativa e le condizioni che alimentano la delinquenza giovanile.
Il movimento ha stigmatizzato l’inefficacia delle risposte fino ad ora, sottolineando che “Il tempo del rimpallo delle responsabilità è finito”. Giovanni D’Andrea, studente e attivista, ha aggiunto: “C’è qualcuno che arma i ragazzi e qualcuno che non li educa”, evidenziando come la mancanza di politiche educative e di welfare alimenti il ciclo di violenza.
Con un grande striscione in testa al corteo, i manifestanti hanno sollevato richieste chiare: “Vogliamo disarmo, welfare, diritti, lavoro, scuola, cultura.” Tra le voci più toccanti, quella di Mena De Mare, madre di Santo Romano, che ha chiesto una revisione delle leggi sui minori, sostenendo che “i minorenni che hanno sbagliato devono rimanere in carcere” e manifestando la sua determinazione a lottare per la giustizia.
Ai lati del corteo, gruppi di giovani e famiglie hanno esposto messaggi di solidarietà per le vittime innocenti, tra cui Annalisa Durante e Mario Paciolla, sottolineando un desiderio collettivo di cambiamento. Tra i partecipanti, anche Simona, fidanzata di Santo Romano, ha espresso il suo dolore, gridando: “Dove era lo Stato? Quanti altri ragazzi devono morire?”
Quando il corteo è giunto alla prefettura, è stato affisso un adesivo con la scritta “Santo vive” su un cuore rosso, simbolo di speranza e di cambiamento.
La manifestazione odierna è stata un momento di riflessione e di richiesta, ma soprattutto un grido collettivo per una Napoli libera dalla violenza, dove ogni giovane possa vivere in sicurezza e dignità.