
Israele rafforza la sua presenza a Gaza: nuove basi e strategie a lungo termine
Secondo un’inchiesta condotta dal New York Times, Israele sta intensificando la sua presenza militare nella Striscia di Gaza, costruendo nuove basi che sembrano indicare un’ambizione di controllo a lungo termine sul territorio. L’analisi delle immagini satellitari degli ultimi tre mesi ha rivelato l’esistenza di almeno 19 grandi basi e decine di strutture più piccole, con un aumento significativo dal mese di settembre.
L’articolo, pubblicato il 2 dicembre 2024, evidenzia un cambiamento strategico nell’approccio dell’esercito israeliano, che ha fortificato le sue posizioni nel centro della Striscia di Gaza. Questa mossa, secondo il quotidiano, potrebbe essere interpretata come un tentativo di preparare il terreno per un’occupazione prolungata della zona. Fin dall’inizio del conflitto, l’esercito israeliano ha mantenuto il controllo di un tratto di strada noto come "corridoio di Netzarim", un’area strategica che divide Gaza in due e limita il ritorno dei palestinesi sfollati.
Nei recenti mesi, le forze israeliane hanno demolito oltre 600 edifici lungo questa via, contribuendo alla creazione di una vera e propria zona cuscinetto. Queste azioni rivelano l’intenzione di stabilire un controllo militarizzato su un’area di 18 miglia quadrate, durante la quale l’esercito ha ampliato una rete di avamposti dotati di sofisticate fortificazioni difensive e torri di comunicazione.
Il futuro post-bellico di Gaza è al centro delle preoccupazioni di molti analisti, poiché il controllo del corridoio strategico consente a Israele di gestire gli spostamenti all’interno dell’enclave, mantenendo al contempo centinaia di migliaia di palestinesi sfollati nella parte meridionale della Striscia. L’inchiesta del Times sottolinea che il nuovo approccio israeliano, caratterizzato da una crescente militarizzazione, sta creando nuovi scenari politici e sociali nella regione.
Molti esponenti del governo israeliano hanno espresso l’idea che il controllo militare possa preludere a rinnovate opportunità di insediamento ebraico nel territorio. Tuttavia, il Primo Ministro Benjamin Netanyahu ha per ora escluso un simile sviluppo, lasciando aperte le possibilità per il futuro.
L’analisi satellitare rivela non solo la costruzione di nuove basi ma anche il potenziamento delle esistenti: strutture asfaltate, caserme, strade di accesso e parcheggi per veicoli blindati caratterizzano un incremento nella capacità operativa delle forze israeliane. Circondate da fossati e ostacoli, queste fortificazioni indicano un piano di lungo periodo e una preparazione a una battaglia prolungata.
In un contesto di tensioni crescenti e di un conflitto che sembra lontano dalla risoluzione, la costruzione di basi militari da parte di Israele a Gaza rappresenta una nuova fase nel conflitto israelo-palestinese. Mentre il mondo osserva, la situazione rimane incerta e le implicazioni sul campo continueranno a ridefinire le dinamiche di questa regione già segnata da anni di conflitto.