È caduto il governo francese: una crisi storica dopo oltre 60 anni
ROMA – Un evento senza precedenti ha scosso oggi la Francia: il governo del primo ministro Michel Barnier è ufficialmente caduto, segnando la prima volta dal 1962 che si verifica una situazione simile. Ben 331 parlamentari, superando di gran lunga la soglia della maggioranza assoluta, hanno votato per la sfiducia nei confronti del premier, in carica solo da poco più di due mesi.
La sfiducia, presentata dal Nuovo Fronte Popolare (Nfp), un’alleanza di partiti di sinistra formata dopo le elezioni anticipate indette da Emmanuel Macron, si è concentrata su una questione di vitale importanza: la proposta di legge sulla previdenza sociale per il 2025. Secondo l’Nfp, le misure previste comporterebbero tagli insostenibili accompagnati da un aumento delle tasse, provocando un forte malcontento tra la popolazione.
Dopo il voto di sfiducia, come stabilito dall’articolo 50 della Costituzione francese, Barnier è stato automaticamente dimesso e ora dovrà presentare le sue dimissioni al presidente della Repubblica. L’azione del parlamento mette in evidenza non solo le tensioni politiche interne, ma anche la crescente polarizzazione del panorama politico francese.
La caduta del governo rappresenta un momento critico nella storia recente della nazione. Era dal governo di Georges Pompidou, avvenuto più di sei decenni fa, che una situazione simile non si verificava. Questo episodio solleva interrogativi su come il presidente Macron intenda procedere per risolvere la crisi e stabilire un nuovo esecutivo che possa affrontare le sfide economiche e sociali del paese.
In un clima di instabilità, la prossima mossa strategica di Macron sarà cruciale non solo per il futuro politico della Francia, ma anche per l’equilibrio dell’intero panorama europeo. Con un governo in crisi, la popolazione attende risposte tempestive e misure che possano garantire un futuro più stabile e giusto.