Hama è caduta: Hayat Tahrir Al-Sham prende il controllo della città strategica siriana
ROMA – Hama, la quarta città più importante della Siria, è ufficialmente caduta sotto il controllo dei miliziani di Hayat Tahrir Al-Sham. La notizia è stata confermata dall’Osservatorio siriano per i diritti umani (SOHR), che ha riportato i dettagli dell’operazione militare. La città, cruciale per le sue vie di comunicazione tra Aleppo e Damasco, è di nuovo al centro di un conflitto che perdura da anni.
L’esercito di Assad, inizialmente schieratosi per difendere la città, ha dichiarato la ritirata, confermando che le sue truppe “si riposizionano all’esterno”. Nonostante i tentativi di contenimento, supportati da raid aerei della forza aerea siriana e dell’alleato russo, l’offensiva di Hayat Tahrir Al-Sham, gruppo attivo dal 2016 e considerato un successore di Jabat Al-Nusra, ha avuto la meglio. I miliziani hanno attaccato da più punti, portando a una rapida capitolazione del governo.
Dopo aver preso il controllo della città, i miliziani hanno assaltato la prigione locale, liberando centinaia di detenuti. Questo evento, sottolineato dal comandante del gruppo Hassan Abdul Ghany, segna un’importante vittoria per la milizia, che ha giurato di non vendicarsi sulla popolazione civile. Il leader della formazione, Abu Mohammad Al-Jolani, ha compiuto un tour simbolico nella città, visitando l’antica fortezza, un emblema della resistenza di Hama.
Tuttavia, la caduta di Hama non soltanto segna un nuovo capitolo nella guerra civile, ma evidenzia le difficoltà dell’esercito siriano, ora impegnato in un’arretramento forzato. Per far fronte a questa crisi, il governo ha annunciato un aumento del 50% dei salari per le forze armate, nella speranza di attrarre nuovi arruolamenti e prevenire diserzioni verso i gruppi anti-governativi.
Hama, storicamente un simbolo di resistenza contro il regime degli Assad, ha una lunga e tragica storia. La città è nota per il massacro del 1982, quando l’esercito di Hafiz Al-Assad, padre dell’attuale presidente, represse violentemente una sollevazione popolare, lasciando dietro di sé oltre 35.000 morti.
La ribellione dell’attuale milizia ha preso piede dopo lo stop ai combattimenti tra Israele e Hezbollah nel Libano vicino, avvenuto il 27 novembre. Da quel momento, oltre 700 persone sono morte e 115.000 hanno abbandonato le loro case nel corso di queste violenze in rapida escalation.
Mentre il futuro di Hama rimane incerto, questo evento segna una nuova fase nel conflitto siriano, con ripercussioni che si protrarranno ben oltre i confini della città.