Corea del Sud: Yoon si scusa per il tentativo di legge marziale, ma non si dimette
In un clima politico teso e incerto, il presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol ha tenuto un discorso televisivo molto atteso, nel quale ha chiesto scusa al popolo per aver tentato di imporre la legge marziale nel Paese. La sua ammissione di colpa arriva in un momento cruciale, con il voto sull’impeachment previsto per oggi alle 19 ora locale, le 11 in Italia.
“Sono molto dispiaciuto”, ha affermato Yoon, manifestando il proprio rammarico per la decisione che ha sollevato un’ondata di proteste tra i cittadini. Secondo il presidente, la scelta di invocare misure straordinarie era scaturita da una situazione di “disperazione”. Durante la sua dichiarazione, Yoon si è anche inchinato in segno di rispetto, cercando di ricostruire un minimo di fiducia tra l’opinione pubblica.
Nel suo discorso, il presidente ha precisato che “lascio al mio partito il compito di adottare misure per stabilizzare la situazione politica in futuro, compresa la questione del mio mandato”. Questa dichiarazione ha indicato che, nonostante le sue scuse, Yoon non ha intenzione di dimettersi, lasciando così al suo partito la responsabilità di gestire le conseguenze politiche di quanto accaduto.
Il voto per l’impeachment richiede il supporto di 200 membri su 300 dell’Assemblea nazionale. Attualmente, i partiti di opposizione, che hanno avviato la mozione di impeachment, detengono 192 seggi. Ciò significa che, per procedere con il messa in stato d’accusa del presidente, è necessario ottenere il sostegno di alcuni membri anche dalla maggioranza.
La giornata si preannuncia cruciale per il futuro politico di Yoon e per la stabilità della Corea del Sud. Con un panorama politico così incerto e le suggestioni di una crisi, i cittadini attendono con ansia l’esito del voto, che potrebbe segnare un punto di svolta nella storia recente della nazione.