Cresce la tensione in Siria: ribelli a 20 km da Damasco
Roma – La situazione in Siria si sta aggravando a pochi passi dalla capitale. Dopo la conquista della città di Sanmin, i ribelli hanno dichiarato di trovarsi a soli 20 chilometri da Damasco, alimentando il timore di un’ulteriore escalation del conflitto. In risposta a questa avanzata, Hezbollah ha mobilitato circa 2.000 uomini nella regione di Homs, con l’intento di sostenere il regime di Bashar al-Assad.
A complicare ulteriormente il quadro politico, il Wall Street Journal riporta che funzionari giordani ed egiziani stanno consigliando al presidente siriano di considerare la possibilità di un esilio per facilitare la formazione di un governo nel disastro causato dalla guerra.
La Farnesina monitora la situazione degli italiani
In un incontro tenutosi oggi alla Farnesina, gli Ambasciatori italiani nei Paesi del Medio Oriente si sono riuniti con il Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, per discutere gli sviluppi della crisi siriana. Tajani ha cercato di rassicurare sulla sicurezza dei cittadini italiani presenti in Siria, affermando che “la situazione è sotto controllo”.
Attualmente, sono circa 300 gli italiani residenti nel paese, e il ministro ha confermato che alcuni di loro sono riusciti a fuggire verso la Giordania e il Libano. “Tutti sono in contatto con la nostra ambasciata a Damasco”, ha aggiunto il Ministro, sottolineando che il governo sta lavorando per tutelare la sicurezza dei propri connazionali.
Rischio di crisi umanitaria
Nel suo intervento, Tajani ha anche messo in guardia riguardo al “rischio di una crisi umanitaria con collasso migratorio” che potrebbe risultare in una pressione non solo sui paesi vicini, ma anche sull’Europa. La crescente instabilità nella regione potrebbe portare a una nuova ondata di profughi, un problema che il governo italiano sta monitorando con attenzione.
Appello alla protezione delle minoranze e alla ricerca di una soluzione politica
Il Ministro degli Esteri ha ribadito l’importanza di proteggere la popolazione civile, Avanzando un appello affinché le parti in conflitto “preservino la popolazione civile” e garantiìscono la sicurezza per tutte le minoranze, con un particolare riferimento alla comunità cristiana. “Chiediamo una soluzione alla crisi che sia politica e non militare”, ha enfatizzato Tajani, insistendo sulla necessità di garantire pace e stabilità in Siria.
Questo appello riflette la preoccupazione del Governo per le conseguenze delle tensioni in Medio Oriente, in particolare in relazione agli eventi recenti in Gaza e Libano. La comunità internazionale continua a monitorare con apprensione gli sviluppi, sperando in un’imminente ripresa del dialogo per la pace nella regione.