Liberazione shock a Saydnaya | Quanti prigionieri sono ancora intrappolati nel ‘mattatoio umano’?

Liberazione dei prigionieri a Saydnaya: un barlume di speranza in un inferno sotterraneo

ROMA – La prigione di Saydnaya, tristemente nota per le atrocitĂ  commesse al suo interno, sta vivendo un momento di intensa attivitĂ  grazie all’intervento degli White Helmets, l’organizzazione di protezione civile siriana. Cinque squadre specializzate sono attualmente al lavoro per scoprire e liberare detenuti ancora intrappolati nelle celle sotterranee del carcere, un’operazione che segna una svolta dopo anni di silenzio e sofferenza.

La notizia è stata divulgata attraverso un comunicato ufficiale dagli White Helmets, che hanno annunciato di utilizzare una guida esperta per navigare nel complesso labirinto della prigione, situata a circa 30 chilometri a nord di Damasco. Questa iniziativa è scaturita dalle testimonianze dei prigionieri liberati, i quali hanno fornito indicazioni su possibili luoghi in cui altri detenuti potrebbero essere ancora trattenuti. L’intervento è particolarmente urgente visto che le condizioni di vita nei sotterranei di Saydnaya sono state descritte come "inferno sottoterra", un noto "mattatoio umano".

Le squadre di emergenza degli White Helmets sono composte da esperti in vari ambiti: ricerca e salvataggio, specialisti nello sfondamento di muri e aperture di porte ferroviarie in acciaio. Inoltre, sono stati coinvolti squadre con cani addestrati e soccorritori medici per garantire la sicurezza e la salute dei liberati.

Video virali hanno mostrato la liberazione di prigionieri, incluso un bambino con la madre, in un momento che ha toccato profondamente l’opinione pubblica. Queste immagini, condivise all’interno della comunitĂ  internazionale, rivelano il terrore vissuto dai detenuti, ma anche la loro gioia nel rivedere la luce dopo anni di buio e sofferenza.

Secondo un rapporto dell’Associazione dei detenuti e degli scomparsi di Saydnaya, tra il 2011 e il 2018, oltre 30mila prigionieri sarebbero morti a causa di abusi all’interno di questa prigione. Amnesty International ha documentato numerosi casi di esecuzioni sommarie, definendo Saydnaya come “un luogo di tortura e morte”.

In risposta alla situazione emergenziale, l’amministrazione provinciale di Damasco ha lanciato un appello ai precedenti guardiani della prigione affinchĂ© forniscano i codici necessari per aprire le porte elettroniche del carcere. Questa richiesta evidenzia la tensione crescente e l’incertezza che circonda il futuro di Saydnaya e dei suoi detenuti.

Con la caduta del regime di Bashar al-Assad nel fine settimana, il mondo osserva con un misto di speranza e timore le successive mosse dei gruppi ribelli come Hayat Tahrir al-Sham. La liberazione di migliaia di prigionieri, tra cui almeno 3.500 dal carcere militare di Homs, rappresenta una svolta significativa in un conflitto che ha lasciato segni indelebili sulla popolazione siriana.

L’attenzione ora si concentra su come la comunitĂ  internazionale reagirĂ  a questa fase cruciale. La vicenda di Saydnaya potrebbe diventare un simbolo di resistenza e rinascita per un Paese lacerato dalla guerra, mentre gli occhi del mondo si pongono sull’uscita dall’oscuritĂ  e verso la libertĂ .