La denuncia dei sindacati: “A Calenzano non chiamatela fatalità, è strage”
FIRENZE – Una mobilitazione di diverse centinaia di persone si è tenuta nel pomeriggio di ieri in piazza Vittorio Veneto, in occasione di uno sciopero generale provinciale indetto da Cgil, Cisl, Uil contro le morti sul lavoro. L’iniziativa si è rivelata un momento di grande impatto emotivo e di forte presa di posizione, in risposta al tragico incidente avvenuto al deposito Eni di Calenzano, dove cinque lavoratori hanno perso la vita a causa di un’esplosione.
La strage non può essere definita come una mera fatalità. È questo il messaggio chiave emerso forte e chiaro durante il presidio, costellato da momenti di raccoglimento e da ferventi richieste di sicurezza nei luoghi di lavoro. Le testimonianze dei sindacati hanno messo in luce una realtà drammatica: ben 43 morti sul lavoro si sono registrati in Toscana nel 2024.
“La sicurezza si costruisce momento per momento,” ha sottolineato il segretario generale di Cgil Firenze, Bernardo Marasco, sintetizzando il malessere dei lavoratori. “Non possiamo accettare che dei nostri ‘fratelli’ siano morti sul lavoro. È essenziale che questa piazza parli e chieda a gran voce che il lavoro rispetti la dignità delle persone." Marasco ha inoltre richiamato l’attenzione sul fatto che l’impegno per la sicurezza non può ridursi a gesti puramente simbolici, ma deve essere un’attività costante e radicata nella cultura aziendale.
In un gesto di solidarietà verso le famiglie colpite, il sindaco di Calenzano, Giuseppe Carovani, ha annunciato l’attivazione di un conto corrente per la raccolta fondi. Il governatore della Toscana, Eugenio Giani, ha proclamato il lutto regionale e si è impegnato a lavorare affinché tragedie simili non si ripetano.
Dal canto suo, il segretario generale di Cisl Firenze-Prato, Fabio Franchi, ha evidenziato una situazione che non può più essere tollerata. “È l’ennesima strage,” ha affermato Franchi, sottolineando l’importanza di rispettare le regole negli appalti. “Non possiamo parlare di fatalità quando sono evidenti problemi di sicurezza e mancanza di controlli.”
Anche il sindacato Uil ha alzato la voce contro una situazione insostenibile: Paolo Fantappiè, segretario generale di Uil Toscana, ha denuncia il numero allarmante di deceduti sul lavoro nella provincia di Firenze, con 12 vittime nel solo 2024. “Serve un incremento dei controlli e più ispettori,” ha evidenziato Fantappiè, sottolineando che la violazione delle normative sulla sicurezza è evidente e che nessuno sembra pagare per queste tragiche né tanto meno per le violazioni.
Questa manifestazione è stata l’ennesima opportunità per ribadire che la lotta per la sicurezza sul lavoro è una battaglia che coinvolge tutti, lavoratori, sindacati, istituzioni e cittadini. L’appello è chiaro: non più incidenti, non più morti sul lavoro. La necessità di una riflessione collettiva e di un impegno a lungo termine è ora più impellente che mai.