Siria, Netanyahu visita il Golan: tensioni con l’Onu e nuovi sviluppi militari
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il ministro della Difesa Israel Katz hanno effettuato una visita simbolica alle alture del Golan, concentrandosi sulla zona cuscinetto situata in territorio siriano. Questo incontro avviene in un contesto di crescente tensione tra Israele e Siria, con l’esercito israeliano che ha recentemente intensificato le operazioni nella regione.
Katz, attraverso un post sulla piattaforma X, ha descritto il momento come “storico ed emozionante”, osservando il Monte Hermon, tornato sotto il controllo di Israele dopo 51 anni. La situazione è aggravata da un ordine del ministro della Difesa, che ha imposto all’esercito di prepararsi a “restare per tutto l’inverno” nella zona cuscinetto, evidenziando l’intenzione di Israele di mantenere una presenza militare prolungata in questa area strategica.
Nelle ultime settimane, secondo fonti di Al Jazeera, le truppe israeliane si sono spostate oltre il lato siriano del Monte Hebron, una località cruciale per la sua vicinanza a Damasco, distante solo sessanta chilometri. Tel Aviv ha giustificato queste operazioni militari con la necessità di “eliminare armi chimiche” per impedire che finiscano nelle mani di gruppi terroristici, un’accusa frequentemente rivolta al regime di Bashar Al-Assad.
Le operazioni militari di Israele hanno suscitato forti critiche a livello internazionale. Durante l’ultima Assemblea generale delle Nazioni Unite, è stata espressa condanna per le “centinaia di attacchi” lanciati contro la Siria. L’inviato speciale delle Nazioni Unite, Geir Pedersen, ha dichiarato che le azioni israeliane rappresentano “una violazione dell’accordo di disimpegno delle forze del 1974”, evidenziando la fragilitĂ della situazione nella regione. La Forza di disimpegno degli osservatori delle Nazioni Unite, nota come Undof, è attiva in questo territorio, monitorando gli sviluppi e la violazione degli accordi.
La Siria attualmente è sotto il controllo di un governo ad interim sostenuto da paesi come Francia, Stati Uniti e Germania, in un contesto di conflitto in corso. In questo clima di tensione, il segretario di Stato americano Antony Blinken si è recato ad Ankara per discutere della situazione siriana con il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan. Blinken ha ribadito il supporto al governo ad interim, esprimendo preoccupazione per la possibilità che il Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk) possa rafforzarsi nel conflitto.
La dinamica dei rapporti tra Israele, Siria e le potenze internazionali rimane così complessa e delicata, mentre il futuro della regione continua a profilarsi incerto e soggetto a tensioni incessanti.