Il ciclone Chido devasta Mayotte: migliaia di morti tra miseria e abbandono
Il ciclone Chido ha colpito con violenza l’arcipelago francese di Mayotte, nell’Oceano Indiano, seminando morte e distruzione. Secondo le dichiarazioni del prefetto Francois-Xavier Bieuville, il numero dei morti potrebbe raggiungere le migliaia. La tempesta, che ha investito l’isola nella notte, è stata una delle più potenti degli ultimi cento anni, con venti che hanno superato i 200 km/h, arrecando gravi danni a infrastrutture fondamentali.
Le immagini aeree diffuse dalla gendarmeria mostrano le macerie di centinaia di abitazioni di fortuna, nonché edifici governativi e persino un ospedale, devastati dalla furia del ciclone. Le conseguenze di questo disastro naturale si stanno rivelando drammatiche, con una popolazione già vulnerabile che ora si trova in una situazione ancora più precaria.
Emmanuel Macron, presidente della Repubblica francese, ha espresso il suo cordoglio per le vittime e ha manifestato la sua solidarietà verso la popolazione di Mayotte: "I miei pensieri sono rivolti ai nostri compatrioti, che hanno vissuto ore orribili e che hanno perso tutto, anche la vita," ha dichiarato.
L’arcipelago di Mayotte, con una popolazione di oltre 100.000 abitanti, è una regione segnata dalla povertà e da difficoltà sociali. Più di tre quarti degli abitanti vive al di sotto della soglia di povertà francese. Inoltre, la presenza di oltre 100.000 migranti irregolari rende ancora più complicato il compito delle autorità nel conteggiare le vittime del ciclone.
La storia di Mayotte è complessa: colonizzata dalla Francia nel 1843 e annessa nel 1904, l’isola ha scelto nel 1974 di rimanere parte della Repubblica francese mentre le vicine Comore hanno ottenuto l’indipendenza. Oggi, questo arcipelago, situato a quasi 8.000 km da Parigi, si trova a fronteggiare non solo la devastazione portata da Chido, ma anche un contesto di disordini sociali e violenza di gang che da tempo ha compromesso la stabilità della regione.
La risposta delle autorità francesi è stata immediata, con il dispiegamento di rinforzi della gendarmeria per assistere le operazioni di soccorso. Tuttavia, le difficoltà logistiche e la situazione di emergenza complicano ulteriormente le operazioni di recupero e aiuto. La popolazione di Mayotte, già in uno stato di indigenza, ora affronta una crisi umanitaria senza precedenti.