Italia: 219 miliardi per la prevenzione sismica nei prossimi 30 anni
Roma – Investire nella prevenzione sismica è diventato un imperativo per l’Italia, un paese da sempre esposto a terremoti devastanti. Durante la settima edizione della ‘Giornata Nazionale della Prevenzione Sismica’, tenutasi oggi, è emerso che serviranno circa 219 miliardi di euro in 30 anni per mettere in sicurezza gli edifici vulnerabili, in particolare le 18 milioni di case a rischio sismico. Questo appello è stato lanciato da vari enti, tra cui la Fondazione Inarcassa e il Consiglio Nazionale degli Ingegneri, e ha trovato il sostegno del governo.
I relatori, tra cui il Ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci, hanno sottolineato la necessità di passare dalla logica della ricostruzione a quella della prevenzione, mitigando i danni economici e sociali provocati dai terremoti. Negli ultimi 60 anni, infatti, l’Italia ha subito otto eventi sismici distruttivi che hanno danneggiato gravemente il patrimonio immobiliare e le economie locali. "Cominciamo a progettare e a utilizzare le risorse disponibili," ha dichiarato Musumeci, annunciando l’avvio di un programma nazionale per la prevenzione sismica.
L’analisi dei danni secondari è stata una delle novità presentate in questa edizione. Essa considera i costi aggiuntivi rispetto ai danni immediati che incidono su vari aspetti economici, come il PIL, l’occupazione e il patrimonio culturale. Studi su terremoti storici, come quello della Valle del Belice, hanno mostrato cali del PIL fino al 12% e tassi di disoccupazione ben oltre la media nazionale. Questi dati evidenziano che le conseguenze di un evento sismico si protraggono nel tempo, vanificando non solo gli sforzi di ricostruzione, ma anche ostacolando la crescita economica.
Interventi mirati e sistematici sono essenziali. Secondo le proiezioni, saranno necessari oltre 7 miliardi all’anno per tre decenni. Solo il 32% del patrimonio immobiliare attuale è in ottime condizioni, mentre il 57% degli edifici è stato costruito prima del 1971, prima che le normative sismiche diventassero più rigorose. È evidente che, senza una pianificazione seria e continua, il rischio rimane considerevole.
"La sicurezza e il benessere dei cittadini devono essere una priorità," ha commentato Massimo Crusi, presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti. Questo richiede una sostanziosa trasformazione della cultura della prevenzione e della manutenzione negli edifici, e soprattutto un’attenzione particolare verso il patrimonio culturale, che è spesso difficile da recuperare dopo i danni subiti.
Gli esperti concordano: un Piano nazionale di prevenzione sismica è fondamentale per affrontare in maniera sistematica il rischio sismico. "Trasformare il rischio sismico in opportunità di crescita economica e sviluppo socioeconomico" è la sfida da affrontare, secondo Andrea De Maio, presidente della Fondazione Inarcassa.
Questo dibattito si inserisce in un contesto di crescente consapevolezza riguardo alla vulnerabilità italiana. La ristrutturazione e la messa in sicurezza degli edifici non sono solo necessità strutturali, ma anche un modo sostanziale per proteggere la nostra economia e cultura, riempiendo un vuoto di pianificazione che dura da troppo tempo.
In conclusione, l’Italia ha davanti a sé una sfida enorme, ma con la giusta strategia e investimenti sistematici, il paese può non solo mitigare i rischi, ma anche rinvigorire l’economia e preservare la sua straordinaria eredità culturale. La prevenzione è la chiave per un futuro più sicuro.