3.000 bambini mai tornati a casa | La drammatica verità che l’Italia ha dimenticato!

Quei 3.000 bambini inviati in colonia in Italia e mai tornati a casa: la drammatica storia dei ‘dimenticati’ rivive in un libro

Roma, 18 dicembre 2024 – Una pagina oscura della storia italiana, finora poco conosciuta, torna alla luce grazie al nuovo libro del giornalista Roberto Fiorentini, intitolato "I dimenticati". La narrazione si concentra sulla sorte di 3.000 bambini italiani, partiti dalla Libia nell’estate del 1940 e mai più tornati alle loro famiglie. Questo evento, avvenuto sotto il regime fascista, è raccontato attraverso la voce di una sopravvissuta, Silvia Napoletano, oggi 92enne.

Il racconto inizia nel maggio del 1940, quando le famiglie di circa 25.000 italiani residenti in Libia ricevettero una circolare dalle autorità locali. Essa invitava i genitori a inviare i propri figli, di età compresa tra i 5 e i 10 anni, in Italia per trascorrere l’estate nelle colonie marine. Il 3 giugno, a bordo della nave ‘Augustus’, i bambini partirono dal porto di Tripoli verso Napoli, ignari del destino che li attendeva.

Dopo essere stati trasferiti nelle colonie del regime, suddivisi tra la riviera ligure di Ponente e le località montane, per questi bambini iniziò un’esistenza segnata dalla brutalità e dalla disumanità. Come testimoniato da Silvia, il viaggio in nave era un’odissea in cui i piccoli erano ammassati “come pecore” e sorvegliati da educatrici e membri delle ‘camice nere’.

La vita nelle colonie, descritta da Fiorentini, si rivelò ben presto un incubo. Con il crollo del regime, il paradiso promesso si trasformò in un vero e proprio carcere. "Alla caduta del regime, la vita diventa un vero inferno," racconta Silvia. La scarsità di cibo, l’assenza di vestiti e scarpe, e notti di paura in mezzo agli scontri tra partigiani e truppe tedesche in ritirata caratterizzarono l’esistenza di questi bambini.

Fiorentini traccia nel suo libro una mappa di questi luoghi di "villeggiatura", ora trasformati in gabbie per la reclusione. L’indottrinamento al quale erano sottoposti i ragazzi si manifestava attraverso lettere, canzoni e disegni, tutti finalizzati a celebrare le "progressive sorti" del regime fascista. "Ho voluto dar voce a questi bambini," dichiara Fiorentini, "perché i bimbi, ieri come oggi, sono le principali vittime di ogni conflitto bellico, i più indifesi e i più dimenticati."

La pubblicazione di "I dimenticati" rappresenta un importante passo per riportare alla memoria collettiva un episodio tragico e spesso trascurato della storia italiana. La speranza è che, attraverso la testimonianza di Silvia e la ricerca di Fiorentini, la storia di questi bambini non cada mai più nel dimenticatoio.