Paolo Cognetti racconta la sua lotta contro la depressione | perché il successo può essere una trappola mortale

Paolo Cognetti racconta la sua battaglia contro la depressione: "Vivo da morto"

Roma, 19 dicembre 2024 – Paolo Cognetti, stimato scrittore e regista, noto per il suo romanzo "Le otto montagne", vincitore del Premio Strega nel 2017, ha recentemente condiviso la sua esperienza personale con la depressione e il ricovero in un reparto psichiatrico. Dopo un trattamento sanitario obbligatorio (Tso) durato due settimane, Cognetti è stato dimesso dall’ospedale Fatebenefratelli di Milano, portando alla luce un tema che tocca molti, ma di cui si parla ancora con reticenza: la salute mentale.

Lo scrittore ha descritto il suo stato di salute come una “grave depressione sfociata in una sindrome bipolare con fasi maniacali”. Nella sua intervista rilasciata a Repubblica, ha spiegato come, dopo un periodo di creatività, si sia imbattuto in una spirale discendente. “In primavera e d’estate, senza un apparente perché, sono stato morso dalla depressione”, ha raccontato, sottolineando la brutalità e l’imprevedibilità della malattia.

Cognetti ha rivelato che, durante una delle sue fasi maniacali, si è comportato in modo insolito, inviando foto di sé stesso e facendo regali avventati. “Si può perdere il senso del pudore, o quello del denaro”, ha dichiarato, evidenziando il modo in cui l’alterazione dei comportamenti può preoccupare gli amici e i familiari. Questo suo stato ha portato all’intervento sanitario, con un’ambulanza e la polizia di fronte casa sua.

Spiegando la sua lotta interiore, Cognetti ha detto: “Vivo, ma è come se fossi morto.” Nelle sue parole, la depressione si presenta come una realtà opprimente, che toglie il piacere della vita e il contatto con il mondo esterno. Afferma che, cronologicamente, l’inizio della sua depressione risalirebbe a un anno fa, quando “un bosco è tornato solo un bosco, un torrente solo un torrente”, segnando una perdita profonda del senso di connessione con la natura che tanto ama.

Nonostante il successo letterario, Cognetti ha espresso la difficoltà di gestire la popolarità. “Dopo il successo con Le otto montagne, mi sono chiesto e adesso cosa faccio? Non ho trovato una risposta convincente.” La pressione di soddisfare le aspettative ha pesato sulla sua psiche, generando ansia e confusione.

“Depressione e disagio psichico sono un fiume carsico in piena”, ha commentato, evidenziando la necessità di affrontare questi temi con maggiore apertura e sensibilità. La sua esperienza è un invito a rompere il silenzio e a riconoscere che la salute mentale non deve essere stigmatizzata.

Secondo Cognetti, la chiave per affrontare la propria malattia risiede nell’onestà e nella vulnerabilità. “Voglio dire semplicemente la verità, a costo di essere sfrontato,” ha detto, riconoscendo la fondamentale importanza di dibattere apertamente sulle malattie mentali.

Il suo viaggio di recupero sarà lungo, ma attraverso la sua scrittura e la condivisione della sua storia, Cognetti spera di contribuire a creare una società in cui non ci si senta più costretti a nascondere le proprie fragilità.