Biden commuta 37 condanne a morte, un gesto significativo prima dell’arrivo di Trump
Roma – In un’azione che ha fatto discutere, il presidente Joe Biden ha annunciato la commutazione di 37 condanne a morte, trasformandole in ergastoli senza possibilità di libertà vigilata. Questa decisione, presa a meno di un mese dall’insediamento di Donald Trump, rappresenta un importante passo nella battaglia contro la pena di morte a livello federale.
Il Presidente ha evidenziato come questa mossa sia in linea con il suo impegno per fermare l’uso della pena capitale, una questione che ha sollevato molteplici dibattiti negli Stati Uniti. "Sono più convinto che mai che dobbiamo fermare l’uso della pena di morte a livello federale", ha affermato Biden, rimarcando la sua posizione in un contesto dove la pena capitale ha conosciuto un revival durante l’amministrazione Trump, che ha registrato 13 esecuzioni federali.
Tra i condannati “salvati” da Biden vi sono uomini di etnie diverse: 15 bianchi, 15 neri, 6 latinoamericani e un asiatico, detenuti in 16 stati, comprese le giurisdizioni che hanno già abrogato la pena di morte. Solo tre uomini, autori di crimini tra i più atroci della storia recente, rimarranno nel braccio della morte. Si tratta di Robert D. Bowers, protagonista della strage alla sinagoga Tree of Life di Pittsburgh, Dylann Roof, il suprematista bianco responsabile della sparatoria di Charleston, e Dzhokhar Tsarnaev, coinvolto nell’attentato alla maratona di Boston.
Questa decisione giunge in un momento cruciale, poiché Trump ha già preannunciato la sua intenzione di ripristinare le esecuzioni, interrotte dall’amministrazione Biden. Seppur la proposta di legge per abolire la pena di morte non sia mai arrivata al Congresso, l’attuale presidente ha comunque imposto una moratoria sulle esecuzioni, una scelta che ha suscitato l’attenzione di sostenitori e oppositori della pena capitale.
L’azione di Biden si distingue, dunque, come un gesto di clemenza e una chiara dichiarazione di intenti nei confronti di una delle questioni più divisive della giustizia penale americana. Resta da vedere come, e se, l’amministrazione Trump tenterà di invertire questa tendenza e ripristinare le esecuzioni nel corso del suo mandato.