Speciale Giubileo: il racconto di padre Trinchero sul "miracolo centrafricano" del 2015 a Bangui
Nel giorno dell’apertura della Porta Santa del Giubileo straordinario della misericordia, avvenuta il 29 novembre 2015, padre Federico Trinchero vive un momento che segnerà la storia della Repubblica centrafricana. “Con il Papa a Bangui nel 2015 iniziò la risalita dalla guerra”, afferma il missionario carmelitano, che gioca un ruolo fondamentale in quella giornata storica, in cui Papa Francesco proclamò Bangui come "capitale spirituale del mondo".
La testimonianza di padre Trinchero è carica di significato e speranza. In un contesto di conflitti e violenze, il convento di Notre Dame du Mont Carmel, dove padre Trinchero si trovava, accoglie fino a 10mila sfollati, costretti a fuggire dalle loro case a causa degli scontri tra le milizie Seleka e le forze di sicurezza. “Bangui diventa la capitale spirituale del mondo”, proclama il pontefice. Queste parole, pronunciate in un Paese segnato dall’instabilità, rappresentano un forte messaggio di speranza e rinascita.
“L’apertura della porta santa è stato un avvenimento indimenticabile per la Chiesa locale e per tutto il Paese”, ricorda padre Trinchero. La visita del Papa, vedendola come un “duplice miracolo”, si realizza in un clima di incertezze e timori, dato che diverse cancellerie internazionali avevano sconsigliato al pontefice di recarsi in quella regione segnata dalla guerra. “La visita invece c’è stata”, sottolinea Trinchero, già un segno di cambiamento.
Il coraggio e la determinazione del Papa, che decide di visitare la capitale della Repubblica centrafricana, rappresentano un simbolo di speranza per un popolo che ha attraversato anni di conflitti. “I centrafricani continuano a ricordare con emozione le parole del papa”, prosegue il missionario, evidenziando l’impatto che ha avuto quell’evento sulla coscienza collettiva della nazione. Dopo anni di oscurità, è finalmente il momento in cui il Paese può riemergere e mostrare la sua bellezza al mondo esterno.
La testimonianza di padre Trinchero rievoca anche come, immediatamente dopo la visita, la percezione della realtà centroafricana iniziò a cambiare. “Se il giorno prima dell’arrivo del papa nei quartieri si sparava ancora, da quel momento il Centrafrica ha cominciato a credere che si poteva uscire dalla guerra”, afferma con convinzione. Queste parole riassumono un sentimento di rinascita e di possibilità che era stato a lungo assente.
Oggi, a quasi nove anni da quell’evento storico, padre Trinchero riflette su un Paese che ha intrapreso un cammino di miglioramento. “Il cammino da fare è ancora tanto”, ammette il missionario, evidenziando le sfide ancora presenti in molte zone del Paese. La strada verso la pace e la stabilità è lunga, ma il seme della speranza è stato piantato, e ci sono segni tangibili di progresso.
In conclusione, la visita di Papa Francesco nel 2015 non è solo un evento da ricordare, ma rappresenta un capitolo significativo della storia contemporanea della Repubblica centrafricana. È un ritorno alla luce dopo anni di buio, e la testimonianza di padre Trinchero continua a ispirare coloro che credono nella forza della fede e nella possibilità di un futuro migliore.