Un messaggio toccante da una prigioniera all’altra | Scopri perchĂ© il carcere di Evin è un incubo per chi lotta per la libertĂ 

Alessia Piperno solidarizza con Cecilia Sala, rinchiusa nel carcere di Evin in Iran

ROMA – “Sono con te, seduta a terra in quella cella dalle pareti bianche. Io sono con te”. Con queste parole cariche di emozione, la travel blogger Alessia Piperno ha espresso la sua solidarietà a Cecilia Sala, la giornalista italiana arrestata in Iran il 19 dicembre. Attraverso un post sul suo profilo Instagram, Piperno ha richiamato alla memoria la sua personale esperienza di detenzione a Evin, il carcere rinomato per le sue dure condizioni e la sua fama di luogo di reclusione per dissidenti.

Alessia Piperno, arrestata nel 2022 mentre si trovava in Iran per un giro del mondo iniziato anni prima, ha raccontato al Corriere della Sera di come il suo pensiero sia immediatamente tornato indietro nel tempo, fino al 18 settembre 2022, quando fu catturata durante le manifestazioni seguite alla morte di Mahsa Amini. “Non riesco a pensare ad altro”, ha detto Piperno, collegando le sue esperienze a quelle di Sala, che ora affronta la stessa realtà opprimente.

Piperno invertì il suo destino solo dopo “un intenso lavoro diplomatico” del governo italiano, venendo rilasciata il 10 novembre dello stesso anno. Oggi, il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha promesso di portare avanti tutte le iniziative necessarie per il rientro di Cecilia, proprio come avvenne per Piperno.

Un’esperienza traumatica e angosciante quella raccontata dalla blogger, che ha vissuto un incubo di 45 giorni a Evin. “All’inizio mi hanno rassicurato dicendomi che non sarei stata arrestata, ma questa promessa durò poco”, ha dichiarato. I continui interrogatori e le minacce psicologiche rappresentarono un vero e proprio martirio.

“A noi almeno non ci alzavano le mani, ma le torture psicologiche erano all’ordine del giorno”, ha spiegato Piperno, sottolineando la differenza fra il suo trattamento e quello di altre donne incarcerate. Durante i suoi interrogatori, i carcerieri tentavano di convincerla a rivelare informazioni che non possedeva, e a infliggerle una forma di pressione insopportabile.

Oggi, ani di materia umana e di crudeltà, il carcere di Evin rappresenta ancora un luogo di sofferenza per molti. Piperno ha condiviso la sua personale esperienza di isolamento e di privazione, ma ha anche voluto dedicare un pensiero alla famiglia di Sala, esprimendo il suo desiderio di rassicurarli sul fatto che “non penso che le faranno del male e che hanno tutto il mio affetto”.

Mentre la situazione si fa sempre più seria, il messaggio di Piperno è di speranza e supporto. Notizia di fondo che nel carcere di Evin rimangono anche altri prigionieri, tra cui tre giovani francesi, fa emergere un quadro disperato e complesso, che la comunità internazionale non può ignorare.

Concludendo il suo appello, Piperno ha rimarcato l’importanza di “continuare a parlare e a sostenere chi si trova in difficoltà”, sperando di poter rimanere un faro di conforto per Cecilia e per tutti coloro che soffrono nel silenzio.