Tragedia sul Gran Sasso: il fratello di un alpinista deceduto chiede giustizia
BOLOGNA – La tragedia che ha colpito il Gran Sasso, dove due alpinisti hanno perso la vita a causa di una bufera di neve, ha sollevato interrogativi sulle misure di sicurezza adottate in situazioni di maltempo. Marco Perazzini, fratello di Luca Perazzini, una delle vittime, ha dichiarato: “Non dovevano farli salire”, esprimendo il suo disappunto per la gestione degli accessi alla montagna.
Luca Perazzini, 42 anni, e l’amico Cristian Gualdi, 48 anni, entrambi originari di Santarcangelo di Romagna, sono stati trovati senza vita il 27 dicembre nel vallone dell’Inferno. La loro salita, che era iniziata il 22 dicembre, si è trasformata in un’odissea fatale, complice il maltempo che ha colpito la zona. I due alpinisti avevano contattato i soccorsi, bloccati a circa 2700 metri di altitudine lungo la via Direttissima del Corno Grande, ma le condizioni avverse hanno reso impossibile il salvataggio immediato.
Marco Perazzini ha annunciato l’intenzione di presentare un esposto alla Procura di Teramo, sottolineando la responsabilità di chi gestisce le salite in situazioni di rischio. “Se le condizioni erano proibitive – dice Perazzini – non dovevano salire. Se avessero vietato a Luca e Cristian, così come ad altri escursionisti, l’accesso alla montagna, probabilmente non saremmo qui a piangerli”. La sua accusa si rivolge a un sistema che, a suo dire, avrebbe dovuto prevedere divieti in caso di maltempo, come avviene in altre località di montagna più attrezzate.
Il funerale si sta preparando in un clima di lutto, non solo per la famiglia delle vittime, ma per tutta la comunità di Santarcangelo. La perdita di Luca e Cristian segna una dolorosa assenza, e il pensiero di Marco è anche rivolto ai soccorritori, per la cui dedizione esprime sincero riconoscimento: “A chi ha partecipato alle operazioni di salvataggio va il mio grazie, ma non posso togliermi dalla mente il fatto che le cose sarebbero potute andare diversamente”.
Questa vicenda, che ha scosso la comunità degli alpinisti e di chi pratica sport in montagna, mette in luce la necessità di approfondire le procedure di sicurezza in caso di condizioni meteo avverse. La speranza di Marco Perazzini è che la sua denuncia possa portare a cambiamenti significativi nel modo in cui si regolano le attività alpinistiche sul Gran Sasso e oltre.