Tony Effe escluso dal Capodanno romano | Scopri perché gli artisti scelgono le periferie!

La polemica sul Capodanno romano: Giancane e Rancore sostengono le periferie

ROMA – Si chiude la polemica riguardante l’esclusione di Tony Effe dal grande concerto di Capodanno a Roma. Ad alimentare il dibattito sono le dichiarazioni di Giancane, che, in conferenza stampa al Campidoglio, ha sottolineato come la questione riguardi “un altro campionato”.

“Quello è un altro campionato”, ha dichiarato l’artista, riferendosi alla solidarietà espressa recentemente da diversi colleghi verso Tony Effe, escluso dall’evento a causa delle controversie legate ai suoi testi ritenuti violenti e misogini. Giancane ha dunque voluto chiarire che non percepisce un isolamento rispetto a questa vicenda e che la sua attenzione è tutta rivolta al concerto che si terrà nelle periferie.

Accanto a lui, Rancore ha aggiunto una riflessione sul significato di esibirsi in luoghi solitamente trascurati. “Le periferie hanno in comune una sensazione di lontananza, che è anche una dimensione mentale”, ha spiegato il rapper. Questo approccio rivela l’importanza di restituire voce e attenzione a realtà spesso dimenticate, sottolineando il potere della musica come strumento di unione.

Il rapper ha evidenziato quanto sia fondamentale concentrarsi sulle questioni importanti, piuttosto che alimentare le polemiche. “Meglio concentrarsi su questo”, ha affermato Rancore, invitando tutti a guardare avanti e impegnarsi per creare una connessione attraverso l’arte.

“C’è bisogno di unione in questo periodo di crisi che l’Italia sta passando”, ha poi aggiunto, sottolineando che la creatività può generare nuovi mondi e opportunità, puntando l’attenzione sugli spazi periferici come epicentri di rinascita culturale.

Il concerto di Capodarte 2025, programmato per il 1 gennaio e che vedrà Giancane e Rancore esibirsi a Casal del Marmo, si preannuncia come un’occasione non solo di intrattenimento, ma anche di riflessione e riscatto per le comunità periferiche.

In questo contesto, emerge un chiaro invito a cambiare prospettiva: la musica e l’arte possono unire, piuttosto che dividere, lasciando finalmente spazio a nuovi narrazioni che rappresentano le voci e le storie di tutti.