Iran: un’attivista curda condannata a morte | La comunità internazionale farà abbastanza per salvarla?

“Ora salviamo Pakhshan Azizi”: l’appello per l’attivista curda condannata a morte in Iran

Roma – La situazione di Pakhshan Azizi, attivista curda attualmente detenuta nella prigione di Evin a Teheran, ha sollevato un acceso dibattito tra le istituzioni italiane e europee. La condanna a morte di Azizi è stata confermata dalla Corte Suprema iraniana, nonostante le evidenti irregolarità nel processo che l’ha portata a questa drammatica sentenza.

Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde e Parlamentare di AVS, ha espresso profonda preoccupazione per le sorti di Azizi, evidenziando la necessità di un intervento internazionale. In un recente comunicato, Bonelli ha affermato: “È fondamentale che il governo italiano e l’Unione Europea si attivino immediatamente con tutti gli strumenti diplomatici e politici a disposizione per fermare questa esecuzione.”

Pakhshan Azizi, 40 anni, è stata incarcerata nell’ala femminile del carcere di Evin, un luogo tristemente famoso per le violazioni dei diritti umani. Fino a pochi giorni fa, anche Cecilia Sala, una giornalista italiana, era stata reclusa in questa stessa prigione, sottolineando le gravi condizioni a cui sono sottoposti i prigionieri politici in Iran.

L’appello di Bonelli rappresenta un invito a un’azione coordinata e decisa a livello internazionale, per riaffermare il supporto ai diritti umani e alla lotta delle donne in Iran. La comunità internazionale è chiamata a non rimanere in silenzio di fronte a questa ingiustizia, e la mobilitazione potrebbe rivelarsi cruciale per salvaguardare la vita di Pakhshan Azizi.

In un contesto di crescente repressione, l’attenzione mediatica e le pressioni diplomatiche potrebbero giocare un ruolo fondamentale nel determinare le sorti di molti attivisti e giornalisti ingiustamente perseguitati nel regime iraniano.

Ora più che mai è essenziale che la voce di chi lotta per la libertà risuoni forte e chiara, non solo in Iran, ma in tutto il mondo. La richiesta di giustizia per Pakhshan Azizi è non solo un atto di solidarietà, ma un appello per la difesa dei diritti umani universali.