
Amnesty International: "Liberare i palestinesi detenuti ingiustamente"
Il portavoce Riccardo Noury esprime preoccupazione per la detenzione di palestinesi senza prove e i minori in particolare.
Il 19 gennaio 2025, Amnesty International ha rilasciato un comunicato all’agenzia Dire, sottolineando l’importanza di liberare i palestinesi detenuti ingiustamente, in particolare minori e individui tenuti in detenzione amministrativa senza accuse formali. L’intervento di Riccardo Noury, portavoce dell’organizzazione, è avvenuto in concomitanza con la liberazione di novanta prigionieri palestinesi dal carcere di Ofir, dopo un recente scambio di ostaggi avvenuto in seguito al conflitto di ottobre 2023.
"Bene le scarcerazioni, ma devono essere prioritariamente rilasciati coloro che non avrebbero mai dovuto essere imprigionati," ha affermato Noury, specificando che i minori e quelli detenuti senza prove devono ricevere particolare attenzione. Queste dichiarazioni giungono mentre la comunità internazionale osserva con attenzione l’evoluzione del conflitto israelo-palestinese e le sue implicazioni sui diritti umani.
Il nodo della detenzione amministrativa
Noury ha messo in evidenza le problematiche legate alla detenzione amministrativa, una pratica usata frequentemente dalle autorità israeliane, che consente l’arresto senza accuse formali. Secondo Amnesty, questa violazione sistematica dei diritti umani ha portato alla detenzione di 3.376 palestinesi in questo regime all’inizio del 2025, un dato fornito anche dall’organizzazione israeliana Hamoked.
“Si tratta di un meccanismo utilizzato per giustificare arresti indiscriminati, anche a fronte di leggi come quella sui combattenti illegali, spesso applicata in modo arbitrario," ha spiegato Noury. La recente riforma normativa ha esteso il periodo di detenzione senza accesso legale da 21 giorni a sei mesi, un cambiamento che ha suscitato allarmi tra i gruppi per i diritti umani.
Casi di detenzione inaccettabili
Tra i casi di particolare angoscia, Noury ha citato quello di Hussam Abu Safiya, un pediatra che lavora in uno degli ultimi ospedali funzionanti di Gaza e recentemente arrestato senza che la sua famiglia ricevesse notizie sulle sue condizioni. “Dobbiamo affrontare un sistema che permette la detenzione di bambini, donne e malati, spesso accompagnato da torture e maltrattamenti,” ha aggiunto il portavoce di Amnesty.
Una storia di violazione dei diritti
Un caso emblematico che Amnesty ha richiamato è quello di Ahmad Manasra, arrestato all’età di 13 anni e ora veterano di dieci anni di detenzione senza un processo equo. Noury ha affermato che il giovane ha sviluppato gravi problemi di salute mentale a causa delle condizioni in cui è stato tenuto. “Le sue condizioni rappresentano un caso lampante della brutalità del sistema detentivo,” ha concluso Noury, esprimendo la necessità di interventi immediati da parte della comunità internazionale.
Conclusioni
In un clima di crescente tensione e preoccupazione globale, Amnesty International continua a lanciare appelli affinché si ponga fine alle violazioni dei diritti umani nei confronti dei palestinesi. La liberazione dei prigionieri e il rispetto dei diritti fondamentali rimangono temi centrali nel dibattito pubblico e politico. È cruciale che la società civile e i governi facciano sentire la propria voce per garantire che queste ingiustizie non continuino a perpetuarsi.