Giustizia in subbuglio | La separazione delle carriere è solo il primo passo?

Giustizia: l’ANF si esprime sulla separazione delle carriere ma invoca cautela nella riforma

In un comunicato stampa rilasciato il 22 gennaio 2025, l’Associazione Nazionale Forense (ANF) ha espresso la propria posizione riguardo al disegno di legge costituzionale che prevede la separazione delle carriere fra magistratura giudicante e quella requirente. Giampaolo di Marco, segretario generale dell’ANF, ha sottolineato come questa separazione rappresenti una storica rivendicazione dell’avvocatura, ma ha anche manifestato forti riserve sulle modalità di attuazione previste nel disegno di legge attualmente in discussione alla Camera.

Secondo Di Marco, “la proposta di adottare il metodo del sorteggio per la composizione degli organi di autogoverno della magistratura” non convince e appare come un cambiamento potenzialmente disastroso per l’autonomia e l’indipendenza della magistratura. Questi principi sono ritenuti fondamentali per il funzionamento di un ordinamento democratico e qualsiasi modifica deve preservare e rafforzare l’autogoverno elettivo della magistratura.

Inoltre, il segretario generale ha enfatizzato che sebbene "sia doveroso creare percorsi di carriera distinti per giudici e pubblici ministeri," tali cambiamenti devono essere realizzati senza compromettere l’autonomia e la indipendenza di tutti i magistrati, siano essi giudicanti o requirenti. La proposta di modifiche strutturali, dunque, è vista come "uno stravolgimento non necessario e preoccupante sotto molteplici profili."

Di Marco ha lanciato un appello alla riflessione, invitando a "aprire una fase di confronto equilibrato" che coinvolga tutti gli attori in campo, inclusi magistrati e avvocati. Solo attraverso un dialogo costruttivo, secondo l’ANF, si possono trovare soluzioni condivise che garantiscano la migliore attuazione dei principi costituzionali di terzietà del giudice e del giusto processo.

Infine, l’ANF ha sottolineato la necessità di rinunciare a forzature e fughe in avanti in una materia così delicata, ribadendo l’importanza di un approccio ponderato e collaborativo nella riforma della giustizia in Italia. Il futuro delle carriere magistratuali e il loro impatto sul sistema giuridico richiedono quindi una seria e profonda riflessione, lontano da interventi superficiali o affrettati.