Giustizia in crisi: l’imminente tempesta perfetta che potrebbe rivoluzionare i tribunali italiani!

Giustizia in Italia: le preoccupazioni dell’ANF sulla riforma delle carriere

Roma, 25 gennaio 2025 – La proposta di riforma delle carriere in magistratura ha suscitato un acceso dibattito all’interno della comunità giuridica italiana. In un intervento significativo tenutosi in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, Giampaolo Di Marco, segretario generale dell’Associazione Nazionale Forense (ANF), ha espresso un cauto ottimismo riguardo alla separazione delle carriere tra magistratura giudicante e requirente, storica rivendicazione dell’avvocatura. Tuttavia, ha anche sottolineato importanti elementi di pericolo nel disegno di legge costituzionale recentemente approvato dalla Camera.

Secondo Di Marco, “la separazione delle carriere è fondamentale per garantire la terzietà e l’imparzialità del giudice”, ma il nuovo disegno normativo presenta insidie potenzialmente dannose per l’autonomia della magistratura. In particolare, il segretario ha evidenziato la proposta di sorteggio per la composizione del Consiglio Superiore della Magistratura (CSM), un metodo che secondo lui non favorisce un autentico sistema di autogoverno e che potrebbe compromettere l’indipendenza dei magistrati.

“La dottrina costituzionalistica ha da tempo bollato il sistema del sorteggio come ‘il più irrazionale di tutti’”, ha affermato Di Marco, sottolineando il rischio di un organo non legittimato dalla volontà popolare. A suo avviso, questa modifica potrebbe portare a una destabilizzazione della magistratura, sottraendo il potere decisionale agli eletti in favore di un sistema casuale che non viene da un giudizio di capacità.

Oltre alle preoccupazioni legate alla riforma delle carriere, Di Marco ha affrontato anche il tema del processo telematico, indicando “una crescente difficoltà di Procure e Tribunali ad adeguarsi” alle nuove normative. L’incertezza e la mancanza di uniformità nel trattamento delle pratiche giuridiche creano disagi sia per gli operatori legali che per i cittadini, rendendo il sistema giuridico italiano ancor meno comprensibile.

A quasi due anni dalla riforma Cartabia, Di Marco ha tracciato un bilancio poco incoraggiante, segnalando un incremento della complessità del processo piuttosto che una sua semplificazione. “Abbiamo assistito all’avveramento delle nostre profezie”, ha dichiarato, mettendo in evidenza come nonostante le promesse di velocizzazione, i dati attuali mostrino risultati deludenti con un solo 24% di riduzione previsto dei tempi di trattazione dei procedimenti civili entro il 2026.

Riguardo alla nuova geografia giudiziaria in Abruzzo, Di Marco ha lanciato un allarme, definendo la situazione come “una tempesta perfetta in arrivo”, con la chiusura di tribunali sub provinciali e l’impossibilità di gestire adeguatamente i rinvii dei processi. “Desertificare la legalità in alcune aree significa aumentare il rischio di fenomeni criminali”, ha avvertito, sottolineando la necessità di un adeguato supporto politico per garantire una giustizia efficace e accessibile.

In conclusione, il segretario dell’ANF ha esortato a un serio confronto tra i vari attori del sistema giuridico italiano, auspicando un “tavolo permanente che affronti l’emergenza dell’intelligenza artificiale” e le sfide attuali del settore giustizia. Un invito a riflettere e dialogare per costruire un futuro più giusto e equo per tutti.