Congo in crisi: i militari fuggono in barca, paura e caos a Goma
GOMA – La situazione nella città di Goma, nel Nord Kivu della Repubblica Democratica del Congo, è precipitata nel caos in seguito all’avanzata del Mouvement du 23 mars (M23), un gruppo ribelle che ha trovato supporto tra le fila dell’esercito ruandese. Esther Nsapu, una cronista locale, ha testimoniato come la paura e la violenza abbiano preso il sopravvento, portando a scene di disperazione e fuga tra le forze armate congolesi.
In un’intervista rilasciata all’agenzia Dire, Nsapu ha descritto un quadro allarmante della situazione: “Ho lasciato Goma la settimana scorsa, ma i miei familiari sono ancora lì. La città è bloccata dalla paura, con spari ed esplosioni in diversi quartieri.” La situazione è degenerata a tal punto che molti militari sono stati visti fuggire in barca attraverso il lago Kivu verso il Sud Kivu e la città di Bukavu.
Testimonianze raccolte dalla cronista confermano che "colpi di arma da fuoco e detonazioni" continuano a risuonare nel cuore della città, con conflitti aperti tra le forze dell’M23 e l’esercito congolese. Secondo Nsapu, ci sono notizie non confermate di un possibile controllo dell’M23 sulla sede locale della radiotelevisione Rtc a Mont Goma, il che renderebbe ancora più difficile ottenere notizie veritiere della situazione.
Il governo congolese ha risposto con un appello alla popolazione. Patrick Muyaya, portavoce del governo, ha invitato i cittadini a restare in casa e a evitare qualsiasi forma di violenza o vandalismo. “Le autorità nazionali stanno lavorando per evitare un massacro e la perdita di vite umane,” ha dichiarato Muyaya, confermando al contempo la presenza di soldati ruandesi a Goma.
La crescita del conflitto ha avuto anche conseguenze drammatiche sul piano penale: oltre 4.000 detenuti sono fuggiti dal carcere di Munzenze in seguito ai combattimenti, mentre l’M23 ha rivendicato il controllo della struttura. Con una popolazione che supera il milione di abitanti, Goma ha visto un incremento significativo di sfollati, portando il numero totale di persone costrette a lasciare le proprie case nel Nord e Sud Kivu a circa 400.000 dal inizio dell’anno, secondo fonti delle Nazioni Unite.
Infine, la comunità internazionale sta monitorando da vicino la situazione delicata. Il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha espresso "palese disprezzo" per le violazioni della sovranità della RDC, e ha chiesto l’adozione di sanzioni nei confronti di Kigali. La speranza di una risoluzione pacifica è ora più lontana che mai, mentre la regione continua a essere un campo di battaglia tra fazioni armate in cerca di controllo su risorse minerarie preziose.