3,5 milioni di italiani affetti da diabete | Perché il pronto soccorso è il loro vero nemico?

3,5 milioni di italiani con diabete: un nuovo piano per il pronto soccorso

Roma, 28 gennaio 2025 – In Italia, circa 3,5 milioni di persone convivono con il diabete, una malattia cronica che presenta sfide importanti per il sistema sanitario nazionale. Un dato allarmante è che una persona su sei affetta da questa patologia viene ricoverata almeno una volta all’anno, con una media di 36 ore in pronto soccorso, spesso a causa di complicanze derivanti da una gestione inadeguata della malattia. Questa situazione mette in luce una criticità che non può più essere ignorata.

La gestione del diabete rappresenta una delle principali fonti di afflusso ai pronto soccorso, contribuendo al sovraffollamento delle strutture di emergenza. Parallelamente, le complicanze legate a una scarsa aderenza terapeutica e a un monitoraggio insufficiente della glicemia si traducono in costi crescenti per il Servizio sanitario nazionale. Per affrontare questa emergenza, un nuovo percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale (Pdta) è in fase di elaborazione.

Per discutere e definire le basi di questo nuovo Pdta, si è tenuto oggi a Roma un Dialogue Meeting organizzato dalla rivista "Italian Health Policy Brief" (IHPB) e promosso dall’Intergruppo Parlamentare Diabete, Obesità e Stili di Vita. L’incontro ha visto la partecipazione di rappresentanti delle società scientifiche e delle associazioni di pazienti, tutti concordi sull’urgenza di un documento-proposta che possa orientare le politiche future.

“La continuità assistenziale tra ospedale e territorio è fondamentale,” ha dichiarato la senatrice Daniela Sbrollini. Sottolineando l’importanza di un Pdta che possa gestire la cronicità e le urgenze, ha affermato che le future case di comunità devono intervenire per alleviare la pressione sui pronto soccorso, liberandoli da casi non urgenti che potrebbero essere trattati al di fuori degli ospedali.

Il comitato scientifico che ha collaborato alla creazione di questo documento ha enfatizzato la mancanza di una gestione integrata e dei dati clinici, spesso non disponibili per gli operatori sanitari. L’innovazione tecnologica, per conto suo, è poco sfruttata, nonostante esistano strumenti che possono facilitare la cura del diabete.

“Un’adeguata presa in carico dei pazienti sul territorio è essenziale,” ha affermato il dottor Federico Serra, evidenziando come ciò possa alleggerire il carico dei reparti di emergenza. Le aree interne, in particolare, soffrono di difficoltà di accesso ai pronto soccorso, rendendo la prevenzione e un monitoraggio efficace della glicemia ancora più cruciali.

Di fronte a questo scenario, la necessità di un nuovo Pdta specifico diventa ineludibile. La professoressa Paola Pisanti ha evidenziato l’importanza di formare adeguatamente il personale ospedaliero e territoriale per garantire assistenza continua, nonché di fornire informazioni chiare ai pazienti e ai loro caregiver.

Il pronto soccorso emerge quindi come un punto strategico nella gestione del diabete. Non è soltanto un luogo di emergenza, ma un’opportunità per raccogliere dati preziosi sulle necessità dei pazienti e l’efficacia delle terapie esistenti. La spesa sanitaria annua per il diabete ammonta a circa 10 miliardi di euro, con il 53% di questi costi che ricade sulle spese ospedaliere, evidenziando l’urgenza di un approccio più proattivo e integrato.

L’incontro ha avuto la sua conclusione con una discussione sui temi dell’automonitoraggio della glicemia, della telemedicina e dell’efficienza nei percorsi di cura per così dire "del diabetico". In questo contesto, è chiaro che la strada da percorrere è lunga, ma il primo passo è stato già fatto.