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Migranti denunciano torture in Libia: "Almasri è un torturatore, perché Italia lo ha liberato?"
ROMA – L’orrore vissuto dai migranti in Libia continua a far discutere la politica italiana. Oggi, tre testimoni sudanesi hanno tenuto una conferenza stampa a Montecitorio, dove hanno raccontato le atrocità subite nei lager libici, in particolare nel centro di detenzione di Mitiga. Lam Magot, David Yambio e Mahamat Daoud, parte della rete ‘Refugees in Libya’, hanno rivolto un appello accorato al governo italiano e alla Premier Giorgia Meloni, esprimendo profonda inquietudine per il rilascio di Osama Almasri, un trafficante di esseri umani.
Magot ha descritto scene agghiaccianti di violenza sistematica: “Siamo stati picchiati, torturati e costretti a lavori forzati. Molti non ce la fanno e muoiono di stenti ogni giorno.” Una delle sue affermazioni più scioccanti riguarda il trattamento che ha subito da Almasri stesso: “Quando ho saputo che era stato arrestato in Italia, speravo di trovare giustizia. Invece, ho provato un enorme shock quando ho scoperto che era tornato libero in Libia.”
La lettera aperta al governo italiano, redatta dai tre migranti, richiede azioni immediate. In primo luogo, chiedono la “cessazione di tutti gli accordi tra Italia e Libia che favoriscono abusi verso i migranti.” Inoltre, invocano la liberazione di tutti i prigionieri detenuti nei centri di detenzione libici e una spiegazione ufficiale sul ritorno di Almasri, che dal governo italiano era stato definito pericoloso.
“Come può una madre diventare complice di un torturatore?” ha incalzato Magot, rivolgendosi alla Premier, sottolineando la contraddizione tra la sua figura di madre e i crimini di Almasri. Le richieste si allargano anche al desiderio di un percorso legale per i migranti imprenditi, inclusa la riapertura dell’Ambasciata Italiana a Tripoli.
Yambio ha descritto con angoscia il clima di violenza e schiavitù in Libia, affermando: “Siamo stati derubati della nostra dignità. Vogliamo giustizia per coloro che hanno perso la vita a causa delle torture.”
Mahamat Daoud ha aggiunto l’elemento della responsabilità: “Chi si assumerà la responsabilità per le morti nei lager?” ha chiesto, evidenziando come Almasri si sia reso complice di una gestione spietata dei migranti. “Non saremo mai liberi finché tutti i rifugiati non saranno liberati dalle atrocità.”
Questa conferenza stampa si inserisce in un contesto già di forte tensione politica e sociale in Italia, dove il tema dell’immigrazione e dei diritti umani continua a suscitare accese polemiche. Le parole di Lam Magot, David Yambio e Mahamat Daoud si fanno portavoce di una realtà difficile e spesso ignorata, invitando il governo a riflettere e ad agire con urgenza per porre fine a questa tragedia.