Beni confiscati alla mafia: polemiche sul bando e richieste di chiarezza dall’opposizione
Il bando per la concessione dei beni confiscati alla mafia è al centro di aspre critiche da parte dei consiglieri comunali del Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, AVS, Oso, Gruppo Misto e da Franco Miceli. A seguito delle denunce dell’opposizione, l’Amministrazione ha ritardato la scadenza per la presentazione delle domande al 15 febbraio 2025, ma le problematiche legate al bando sembrano tutt’altro che risolte.
In una nota stampa, i consiglieri hanno messo in evidenza le criticità ancora presenti e hanno presentato una nuova interrogazione, la terza, per chiarire la situazione. La recente modifica al bando, che ha reso l’iscrizione al Registro unico nazionale del Terzo Settore (RUNTS) obbligatoria soltanto in una seconda fase, e non al momento della presentazione delle domande, è stata considerata un passo avanti, ma insufficiente.
“Come si fa a gestire un bando così delicato con tutte queste zone d’ombra?” hanno domandato i rappresentanti dell’opposizione, sottolineando la mancanza di chiarezza su vari aspetti critici del processo. Le indicazioni errate fornite da presunti servizi informativi sono state una ulteriore fonte di preoccupazione; secondo i consiglieri, ciò ha creato false aspettative tra le associazioni interessate.
Le risposte da parte dell’Amministrazione sembrano tardare, e i consiglieri chiedono una presa di posizione netta del Sindaco e dell’Assessore competente. “Parliamo di beni confiscati alla mafia, un ambito in cui non possiamo permetterci opacità e contenziosi”, hanno ribadito, evidenziando l’importanza di criteri chiari per la valutazione delle esperienze pregresse e per l’assegnazione dei punteggi.
La tensione cresce, e la richiesta più urgente lanciata dall’opposizione è quella di garantire la trasparenza entro il nuovo termine fissato. Il rischio di ricorsi e confusione può trasformarsi in un grave ostacolo per la gestione dei beni, che rappresentano una risorsa fondamentale per la città di Palermo. “Palermo non se lo può permettere”, concludono i consiglieri, auspicando un intervento tempestivo da parte dell’Amministrazione nel definire regole chiare e precise per il bando in questione.