Rilasciati dopo ore di detenzione | Le parole di Amnesty che scardinano la percezione della realtà in Cisgiordania!

Cisgiordania: Rilasciati Morgantini e Bongiorni, ma le preoccupazioni restano

Il 30 gennaio 2025, l’ex eurodeputata Luisa Morgantini e il giornalista Roberto Bongiorni sono stati rilasciati dopo essere stati fermati nelle prime ore del mattino a Kiriat Arba, una colonia israeliana situata tra Betlemme e Hebron. Il ministero degli Affari Esteri italiano ha confermato la notizia, affermando che Morgantini, Presidente dell’associazione Assopacepalestina, e Bongiorni, collaboratore del Sole 24 Ore, erano stati trattenuti insieme a due guide palestinesi durante un’operazione condotta dalle autorità israeliane.

Le circostanze del fermo hanno sollevato forti preoccupazioni tra le organizzazioni per i diritti umani. Aoi, Arci e Amnesty International hanno definito l’accaduto “grave e inaccettabile”, sottolineando che, sebbene il loro rilascio sia una notizia positiva, non attenua la gravità della detenzione. In una nota congiunta, hanno evidenziato che mancano indicazioni su eventuali procedimenti legali nei loro confronti, aggiungendo un ulteriore strato di inquietudine alla situazione.

Il comunicato prosegue esprimendo preoccupazione per il contesto più ampio in cui si inserisce questo episodio. “È evidente che questo caso è parte di una costante repressione e violazione dei diritti fondamentali dei palestinesi nel territorio occupato”, affermano le associazioni. La costante persecuzione di attivisti e critici delle politiche israeliane è un tema ricorrente nelle dichiarazioni delle ONG, che vedono nel fermo di Morgantini e Bongiorni un tentativo di intimidazione contro chi lavora per i diritti umani.

Particolare attenzione è stata dedicata anche al sequestro degli effetti personali dei due, tra cui computer e telefoni. Questo gesto, secondo le organizzazioni, è visto come un chiaro tentativo di ostacolare il lavoro giornalistico e di silenziare le voci critiche nei confronti delle politiche israeliane.

In conclusione, Aoi, Arci e Amnesty hanno lanciato un appello alle autorità italiane, esortandole a fare pressione su Israele affinché venga garantita la libertà di operare nel territorio palestinese. Il messaggio è chiaro: vi è la necessità di proteggere i diritti di attivisti e giornalisti impegnati nella difesa dei diritti umani, affinché possano continuare a riportare la verità su una situazione che continua a preoccupare la comunità internazionale.