
Bologna si mobilita per la liberazione di Alberto Trentini: uno striscione in segno di protesta
BOLOGNA – “Non abbiamo notizie certe” sulle condizioni di salute di Alberto Trentini, il cooperante italiano detenuto in Venezuela dal 15 novembre. La direttrice della ONG Cefa, Alice Fanti, ha lanciato un allarme sulla situazione dell’uomo, sottolineando la mancanza di informazioni aggiornate dal momento del suo arresto. In un gesto di solidarietà, Fanti ha esposto oggi uno striscione a Bologna, insieme al sindaco Matteo Lepore, per chiedere la liberazione immediata di Trentini.
La Fanti ha descritto Trentini come una persona “fantastica”, un cooperante onesto e professionale con una lunga carriera nel settore, avendo già lavorato con Cefa in Ecuador. “Siamo molto preoccupati per lui”, ha dichiarato Fanti, esprimendo il desiderio che la libertà di Trentini venga ripristinata il prima possibile.
Anche il sindaco Matteo Lepore ha ribadito l’importanza di mantenere alta l’attenzione su questa vicenda. “Come comunità bolognese, abbiamo già esposto in passato striscioni per altri ragazzi e ragazze in difficoltà all’estero”, ha spiegato. Riferendosi a casi noti come quello di Patrick Zaki, Lepore ha sottolineato che “è fondamentale non abbassare la guardia” e continuare a parlare di chi, come Trentini, si trova in situazioni di pericolo all’estero.
Lo striscione, che ritrae il volto di Trentini e porta il suo nome, rimarrà esposto in città fino a quando il cooperante non farà ritorno in patria, “perché vogliamo che possa tornare dai suoi familiari”, ha concluso Lepore, parlando a nome di tutta la comunità bolognese.
Mentre le autorità cercano di contattare i funzionari in Venezuela per ottenere chiarimenti, il destino di Trentini rimane incerto e la preoccupazione cresce. I suoi colleghi e amici si uniscono in un forte appello per la sua liberazione, sperando che la pressione pubblica possa contribuire a una rapida risoluzione della situazione.