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Separazione delle carriere: il ministro Nordio avanza senza indugi
ROMA – Il dibattito sulla separazione delle carriere all’interno della magistratura si infiamma, con il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, che ribadisce la propria determinazione ad andare avanti nonostante le proteste dei magistrati. In un videocollegamento per l’inaugurazione dell’anno giudiziario dei penalisti a Milano, Nordio ha dichiarato di accogliere positivamente l’idea di un referendum sulla questione, descrivendo il tema come “complesso e di alta sensibilità civica”.
“Ben venga il referendum, io lo auspico”, ha affermato il ministro, chiarendo che desidera che sia il popolo a esprimere la propria opinione su questa materia. Nordio ha evidenziato la difficoltà del tema e l’importanza di una partecipazione democratica: “Non ci affidiamo nemmeno ai sondaggi e poi quello che sarà sarà. Non abbiamo timore, ci affideremo alla volontà del popolo”.
Le affermazioni del ministro arrivano mentre i magistrati si preparano a manifestazioni e scioperi in segno di protesta contro il ddl sulla separazione delle carriere. Tuttavia, Nordio non sembra farsi intimidire: “Possono fare tutte le manifestazioni che vogliono e tutti gli scioperi, ma su questo andremo avanti”. La sua fermezza è evidente quando afferma che “sempre di più aumenta la nostra determinazione perché abbiamo un mandato popolare che noi vogliamo rispettare”.
In un contesto in cui le pressioni sulle istituzioni sono sempre più forti, il ministro promette che il governo non cederà: “Vi assicuriamo che noi non vacilleremo e non esiteremo. Più aumentano queste forme di pressione, proprie e improprie, più saremo determinati ad andare avanti e portare alla fine il nostro lavoro”. Con queste parole, Nordio pone un forte accento sulla sua volontà di proseguire nonostante le polemiche.
Il clima attuale evidenzia la divisione tra chi sostiene la riforma e chi, invece, teme che una separazione delle carriere possa minacciare l’indipendenza della magistratura. La questione continuerà a tenere alta l’attenzione dell’opinione pubblica, mentre si avvicina la possibilità di un referendum che potrebbe segnare un punto di svolta nella giustizia italiana.