Musk offre 97,4 miliardi per OpenAI | Altman replica: “Compreremo Twitter!”

Musk offre 97,4 miliardi per OpenAI: la risposta pungente di Altman

ROMA – Una nuova guerra commerciale si sta scatenando tra due dei protagonisti più influenti nel campo della tecnologia: Elon Musk e Sam Altman. Musk ha presentato un’offerta stratosferica di 97,4 miliardi di dollari per rilevare OpenAI, l’organizzazione non-profit che ha co-fondato nel 2015.

L’offerta, che è stata anticipata dal Wall Street Journal, ha rapidamente attirato l’attenzione del mondo tech. In risposta, Sam Altman, attuale CEO di OpenAI, ha utilizzato la piattaforma X (precedentemente nota come Twitter) per replicare sarcasticamente: “No, grazie, ma compreremo Twitter per 9,74 miliardi di dollari se vuoi”. Questa battuta ha sollevato un polverone, suscitando la risposta immediata di Musk, che ha descritto Altman come un “truffatore”, accentuando ulteriormente le tensioni tra i due.

Il consorzio di Musk, che comprende investitori come Vy Capital e Xai, la sua società di intelligenza artificiale, così come il potente mediatore di Hollywood Ari Emanuel, si sta muovendo per recuperare il controllo su OpenAI, un’azienda che ha contribuito a progettare quasi un decennio fa. Tuttavia, nonostante l’entità dell’offerta, le probabilità che Musk possa avere successo sono relativamente basse.

L’affare di Musk potrebbe, infatti, complicare i piani di OpenAI di completare un ambizioso round di finanziamento da 40 miliardi di dollari, il quale raddoppierebbe la valutazione attuale dell’azienda. Attualmente, OpenAI è valutata a 300 miliardi di dollari grazie a una raccolta guidata dal conglomerato giapponese SoftBank. Se l’operazione si concretizzasse, OpenAI si affiancherebbe a colossi come SpaceX e ByteDance, produttore di TikTok.

La storia di OpenAI è iniziata nel 2015, quando Musk, Altman e altri fondatori hanno mirato a promuovere un uso etico dell’intelligenza artificiale. Tre anni dopo, Musk ha lasciato l’organizzazione e, sotto la direzione di Altman, OpenAI ha supersato lo status di non-profit per attrarre investimenti necessari a sviluppare tecnologie sempre più avanzate. Questo cambio di rotta ha portato a conflitti interni, culminati nel tumultuoso licenziamento di Altman nel 2023, un’allontanamento durato solo cinque giorni.

Da allora, OpenAI ha continuato a espandersi, contando oltre 2.000 dipendenti. Tuttavia, l’organizzazione non-profit che la controlla è rimasta relativamente esigua, con soli due dipendenti e 22 milioni di dollari in asset.

Con questi eventi che si susseguono, il campo della tecnologia è in prima linea: la battaglia per il futuro dell’intelligenza artificiale è appena iniziata e gli osservatori sono pronti a seguire con attenzione gli sviluppi di questa delicata situazione.