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Lavinia Montebove, la Garante dell’infanzia: “Inaccettabili i rinvii del processo”
ROMA – A sette anni dal tragico incidente che ha reso Lavinia Montebove, una bimba di appena 16 mesi, una vittima di gravi conseguenze fisiche e neurologiche, la sua famiglia si trova ancora a dover affrontare le lungaggini legali che circondano il processo contro gli imputati. La Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione Lazio, Monica Sansoni, ha espresso il suo profondo disappunto per i rinvii del processo di secondo grado, bloccato a causa di errori burocratici nella notifica alla maestra imputata.
Il sinistro, avvenuto in un asilo nido di Velletri, ha comportato un destino doloroso per Lavinia, che oggi vive in uno stato vegetativo e presenta gravi complicanze sanitarie. A gennaio, la piccola ha trascorso settimane in terapia intensiva, evidenziando la precarietà della sua situazione. "È un dolore che si aggiunge al dolore," ha affermato Sansoni, sottolineando che queste lunghe attese avvengono in un contesto già traumatico per i familiari della bimba.
"Stiamo parlando di Lavinia Montebove, che compirà 8 anni il prossimo 15 marzo,” ha continuato la Garante. La piccola è attualmente tetraplegica, con un deficit gravissimo delle funzioni neurovisive e dipende completamente dai genitori e dagli infermieri domiciliari per ogni aspetto della sua vita quotidiana. Il rinvio del processo, già posticipato a causa di un "difetto di notifica", con il nuovo incontro fissato per il 27 febbraio, alimenta il sentiment di ingiustizia e frustrazione tra i suoi cari.
Sansoni ha dichiarato: "L’Ufficio del Garante ha un solo, superiore interesse: quello del minore." Nonostante i rapporti costruttivi tra il Garante e il Tribunale di Velletri, la Garante ha deciso di contattare personalmente il Presidente della Corte di Appello di Roma per richiedere una maggiore attenzione alla vicenda e per assicurarsi che si proceda in tempi rapidi.
“Giustizia per Lavinia, almeno questo lo dobbiamo a questa sfortunata bambina,” ha concluso Sansoni, richiamando l’attenzione sulla necessità di garantire che la burocrazia non ostacoli i diritti dei più vulnerabili. In un contesto legale complesso, la speranza è che le prossime udienze possano finalmente portare a una risoluzione e, soprattutto, a una forma di giustizia per Lavinia e la sua famiglia.