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Il Terzo Settore in Emilia-Romagna: Un Milione e Mezzo di Moderni Partigiani in Difesa della Solidarietà
BOLOGNA – Il Forum del Terzo settore dell’Emilia-Romagna ha recentemente lanciato un appello forte e chiaro: sono 1,5 milioni le persone che, attraverso 34 associazioni, si impegnano quotidianamente in attività sociali, contribuendo a costruire una società più equa e solidale. “Queste persone sono moderni partigiani, in difesa della democrazia”, ha dichiarato Alberto Alberani, portavoce del Forum, nel corso dell’assemblea svoltasi a Bologna.
Il messaggio di Alberani è chiaro: le organizzazioni del Terzo settore non sono semplicemente un sostegno per il pubblico, ma rappresentano un’alternativa concreta ai valori individualisti e opportunisti emergenti nella società attuale. “Vogliamo ricordare l’impegno di queste persone che resistono contro messaggi aggressivi”, ha sottolineato, evidenziando il valore di solidarietà, pace e integrazione sociale che il terzo settore porta avanti.
Col passare del tempo, si fa sempre più pressante la necessità di una collaborazione sinergica tra il Terzo settore e le istituzioni. Alberani ha messo in luce come la Regione, insieme all’ANCI, sia fondamentale nel valorizzare l’operato di queste associazioni. “Abbiamo bisogno di poter fare attività insieme”, ha spiegato, citando la legge regionale che prevede l’istituzione di un Osservatorio dedicato al Terzo settore.
In un contesto di crescenti tagli ai trasferimenti statali, il Forum ha sottolineato l’importanza di reperire risorse attraverso progetti innovativi per rispondere a bisogne sociali in costante aumento. La Regione Emilia-Romagna si è già mossa in questa direzione, con il governatore de Pascale che ha lanciato una manovra a favore della sanità pubblica. “Apprezziamo questa direzione, poiché va a difesa dei servizi universalistici”, ha dichiarato Alberani.
L’assessora regionale al Welfare, Isabella Conti, ha assicurato che: “Il terzo settore eroga servizi dove le istituzioni non riescono”. Secondo la Conti, è cruciale ridefinire il rapporto con il Terzo settore, considerandolo un partner nella progettazione e non solo un supporto alla pubblica amministrazione.
La questione dei bandi, che attualmente hanno una durata annuale, è stata sollevata come un ostacolo alla pianificazione strategica da parte delle associazioni del Terzo settore. “Dobbiamo cambiare la modalità con cui ci interfacciamo”, ha affermato Conti, anticipando l’introduzione di bandi con risorse più consistenti e a lungo termine.
La sfida ora è trovare nuovi modelli di governance che possano permettere al Terzo settore di esprimere tutto il proprio potenziale. Vanessa Pallucchi, portavoce nazionale del Forum, ha messo in evidenza l’importanza della corretta interpretazione del codice del terzo settore, sottolineando che deve essere centrato sui territori per rispondere in modo efficace alle esigenze dei cittadini.
La strada da seguire è chiara: il Terzo settore, con il suo milione e mezzo di “partigiani” impegnati, si propone come un attore fondamentale nel panorama socio-economico dell’Emilia-Romagna, pronto a contribuire con innovazione e solidarietà per affrontare le sfide del presente e del futuro.