Sardegna approva legge controversa | La politica apre le porte ai familiari degli onorevoli!

In Sardegna il Consiglio regionale apre le porte ai parenti degli onorevoli per il reclutamento

CAGLIARI – A partire da oggi, il Consiglio regionale della Sardegna avrà la possibilità di reclutare tra le sue fila non solo il personale tradizionale, ma anche mariti, mogli, conviventi e parenti degli onorevoli. Questo cambiamento è stato sancito da una legge approvata in maniera bipartisan dall’assemblea regionale, che attua una modifica sostanziale alla normativa vigente in materia di assunzioni all’interno dei gruppi consiliari.

La nuova disposizione è stata adottata con procedura d’urgenza e firmata da tutti i capigruppo. Il fulcro della modifica si trova all’articolo 2, dove viene soppressa l’ormai obsoleta clausola che impediva la selezione di familiari diretti di membri attivi del Consiglio regionale. In precedenza, infatti, la legge stabiliva che "non può essere coniuge o convivente more uxorio di uno dei consiglieri regionali in carica" nessuna persona legata da un grado di parentela o affinità entro il quarto grado.

L’intento di questa legge è quello di razionalizzare e contenere la spesa, pur estendendo le opportunità di impiego ai familiari degli onorevoli. È stato chiarito che la limitazione di spesa per l’assunzione del personale sarà calcolata in base ai dati aggregati relativi alla spesa del personale del Consiglio regionale e della Regione. Questo approccio dovrebbe garantire una gestione più efficiente delle risorse, lasciando però aperta l’opzione per l’inserimento di parenti nella pianta organica.

Il provvedimento prevede anche modifiche per quanto riguarda il personale assunto con contratto a tempo determinato. Vengono introdotte nuove modalità di calcolo per determinare il numero massimo di assunzioni consentite, e la stipula dei contratti sarà a cura della struttura competente dell’amministrazione consiliare. È importante notare che, al termine del contratto, non vi sarà alcun diritto automatico di assunzione né presso l’amministrazione consiliare, né all’interno del gruppo consiliare.

Con questa nuova norma, la Sardegna si inserisce in un dibattito più ampio sulle pratiche di assunzione nel settore pubblico, evidenziando le sfide e le opportunità che si presentano quando si mescolano politica e gestione delle risorse umane. Resta da vedere come questa normativa influenzerà la trasparenza e la meritocrazia all’interno delle istituzioni locali.