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Trump nomina Bongino come vice direttore dell’FBI: una scelta controversa e senza precedenti
ROMA – Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha recentemente annunciato, tramite i suoi canali social, la nomina di Dan Bongino come nuovo vice direttore dell’FBI. Questa decisione segna una netta rottura con la tradizione di impiegare personale di lunga esperienza all’interno dell’agenzia, accendendo un acceso dibattito sulle implicazioni politiche e operative di tale scelta.
Un percorso atipico per Bongino
Bongino, noto per il suo passato come agente di polizia e dei servizi segreti nello stato di New York, è diventato un personaggio di spicco nel panorama mediatico di destra grazie al suo podcast e alle sue opinioni polarizzanti. La sua nomina, avvenuta senza necessità di approvazione del Senato, ha suscitato preoccupazioni in un’agenzia tradizionalmente caratterizzata da un forte senso di indipendenza. Trump ha giustificato la scelta evidenziando la volontà di premiare la fedeltà e promuovere un’innovazione nei metodi di comunicazione e operazione all’interno dell’FBI.
Reazioni contrastanti all’interno dell’FBI
La notizia ha generato una reazione mista tra gli agenti dell’FBI e gli osservatori esterni. Fonti interne riportano che l’associazione degli agenti desiderava una nomina che seguisse le norme storiche, prediligendo un profilo con significativa esperienza operativa. Natalie Bara e Jen Morrow, rispettivamente capo e vicepresidente dell’associazione, avevano presentato chiaramente le loro aspettative, affermando che la scelta di Bongino potesse esporre l’agenzia a un rischio di politicizzazione.
Un momento di transizione per l’FBI
Questa decisione arriva in un periodo critico per l’FBI, già segnato da recenti sostituzioni ai vertici del Dipartimento di Giustizia. L’accoppiata Bongino e Kash Patel, neo-direttore dell’agenzia, è stata definita, da più fonti, come il “duo meno esperto” nella storia dell’FBI, sollevando interrogativi sulla loro abilità di gestire una forza lavoro di 38.000 agenti con un budget annuale di circa 11 miliardi di dollari. Il timore è che la carenza di esperienza possa indebolire la capacità dell’agenzia di eseguire indagini complesse e di mantenere collaborazioni internazionali efficaci.
Le controverse posizioni di Bongino
Il percorso di Bongino è costellato di affermazioni controverse e pubbliche posizioni polarizzanti, che lo hanno reso figura divisiva. Con precedenti come conduttore di Fox News e le sue dichiarazioni sulla presunta falsificazione delle elezioni del 2020, Bongino ha generato risentimento in una parte dell’opinione pubblica, sollevando interrogativi sulla capacità dell’FBI di rimanere imparziale sotto la sua vice direzione.
In una comunicazione interna, Patel ha rassicurato gli agenti dell’FBI, affermando: “Vi sosterrò sempre, perché voi sostenete il popolo americano,” enfatizzando il legame ideologico che sottende a questa riorganizzazione.
Con la nomina di Bongino, il presidente Trump ha scelto un percorso audace, ma esiste il rischio che possa alterare l’equilibrio tradizionale dell’FBI, complice una crescente politicizzazione che potrebbe minacciare la storica integrità dell’agenzia.