Trump copia Putin? | Scopri i segreti inquietanti dietro la nuova presidenza americana!

Il New York Times: “Questo Trump è la fotocopia di Putin quando prese il potere in Russia”

ROMA – La figura politica di Donald Trump si staglia nuovamente al centro del dibattito internazionale, con una nuova analisi pubblicata dal New York Times che vede affinità sorprendenti tra l’attuale presidente degli Stati Uniti e il vulcanico Vladimir Putin nei suoi primi anni di governo in Russia. Peter Baker, capo corrispondente dalla Casa Bianca per il quotidiano newyorkese e con una vasta esperienza da inviato, ha messo in luce uno schema inquietante che sembra ripetersi.

“Ritorsioni contro la stampa e gli avversari politici, oligarchi asserviti, funzionari impauriti”: queste sono alcune delle similitudini che Baker evidenzia tra il contesto politico attuale negli Stati Uniti e quello della Russia di venticinque anni fa. Non solo chiede un’analisi delle tecniche di potere di Trump, ma invita anche a riflettere su come questi meccanismi possano influenzare la politica estera americana. Secondo l’autore, l’obbiettivo principale di Trump sembra essere la demolizione dell’Unione Europea, un avversario economico e ideologico di questo governo.

Nel suo articolo, Baker fa riferimento a un episodio decisivo della storia russa: la cacciata della giornalista Yelena Tregubova dal pool stampa del Cremlino. “A Putin non piacevano le sfide”, ricorda, osservando come, da allora, i media russi siano stati progressivamente plasmati in un’accettazione passiva del regime. Analogamente, la selezione delle testate giornalistiche che possono coprire le conferenze stampa presidute da Trump rappresenta un allarmante passo verso un’accettazione di norme illiberali.

Ogni giorno, a Washington, si percepisce un clima di crescente paura, simile a quello che si respirava negli albori del regime di Putin. Alcuni operativi del governo temono di esporsi e finiscono per richiedere di rimanere anonimi, consapevoli che un’opinione pubblica contraria ai dettami dell’amministrazione possa avere serie conseguenze non solo per loro, ma anche per le loro famiglie.

In un contesto in cui il presidente si proclama il “re” e fa battute su un possibile prolungamento del suo mandato oltre il limite costituzionale, la questione della legittimità della sua leadership si fa sempre più pressante. Baker avverte che gli oligarchi vicini a Trump stanno cambiando le loro strategie, mentre giuristi e funzionari pubblici si trovano a dover navigare in un ambiente sempre più ostile.

Anche Yevgenia Albats, illustre giornalista russa fuggita dalla sua patria sotto minaccia, ha confermato che gli sviluppi politici a Washington nelle ultime settimane evocano scenario simili a quelli di Mosca durante l’ascesa di Putin. “Tutto ciò suona familiare”, commenta, sottolineando che i segnali di allerta sono eclatanti.

Concludendo il suo articolo, Baker afferma che “in decenni di giornalismo a Washington, non si era mai vista una situazione del genere”. Un avvertimento chiaro per la democrazia americana e il futuro dell’informazione nel Paese. In un contesto caratterizzato da tensioni interne e cambiamenti nella politica internazionale, il potenziale di un ritorno alle dinamiche autoritarie non può essere né ignorato né sottovalutato.