Eccidio di Salussola: il racconto scioccante dell’ultimo sopravvissuto | Gli eroi dimenticati che hanno scritto la storia d’Italia

L’eccidio di Salussola, Mattarella: “La Repubblica di inchina ai partigiani”

Il 9 marzo 2025 segna l’ottantesimo anniversario di uno dei capitoli più bui della Resistenza italiana: l’eccidio di Salussola. In questa occasione, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha voluto commemorare i venti martiri della XII Divisione Garibaldi, fucilati dai fascisti, con un messaggio significativo inviato al sindaco di Salussola, Manuela Chioda. “La Repubblica si inchina ai partigiani, ferocemente torturati e poi fucilati per mano dei fascisti”, ha sottolineato il Presidente, ricordando il sacrificio di quegli uomini per la libertà e la giustizia.

Il drammatico evento accadde in una cittadina biellese, dove la Divisione Garibaldi si distinse per il suo impegno nella guerra di Liberazione. Mattarella ha ricordato come il forte attaccamento alla libertà abbia spinto gli operai a scendere in piazza per onorare le vittime dell’eccidio il 14 marzo 1945, con un sciopero generale organizzato dal Comitato di Liberazione Nazionale che passò attraverso le onde di ‘Radio Libertà’. “Il loro sacrificio ha dato vita ai principi fondamentali della nostra Carta Costituzionale: libertà, democrazia, pace e giustizia sociale”, ha affermato il Presidente, evidenziando l’importanza di mantenere vivi questi valori nel tempo presente.

La testimonianza di un sopravvissuto

Un racconto toccante di quello che accadde quel giorno è fornito da Sergio Rosa Canuto, noto come "Pittore", l’unico partigiano a sopravvivere all’eccidio. La sua testimonianza, rilasciata pochi giorni dopo il tragico fatto, narra di come la Divisione fosse stata catturata in seguito a un’imboscata mentre tentava di riposarsi dopo una lunga marcia. “Il nostro errore fu quello di non fare la guardia”, racconta Pittore, descrivendo la fase di cattura e il successivo trasferimento in una scuola locale, dove il gruppo di partigiani subì brutali torture.

Pittore riporta in dettaglio i terribili momenti passati nelle mani dei militi repubblicani, che non si limitarono alla cattura, ma inflissero violenze inaudite ai prigionieri. Le sue parole dipingono un quadro raccapricciante degli abusi, culminando con l’ordine di fucilazione ricevuto all’alba del 9 marzo. Nel racconto di Pittore, ricco di angoscia, emergono i sentimenti di impotenza e la brutalità della repressione fascista. “Ecco: le quattro dell’alba del 9 marzo sono scoccate dal campanile vicino…” – così inizia il racconto della sua fuga miracolosa nel tentativo di salvarsi, mentre gli altri compagni venivano uccisi.

Ricordare per non dimenticare

L’eccidio di Salussola rimane un monito contro le atrocità della guerra e della violenza politica. La commemorazione da parte del Presidente Mattarella non è solo un atto di riconoscimento verso i partigiani; rappresenta un invito alla riflessione su quanto accaduto e sull’importanza di preservare la memoria storica. “Intendiamo perpetuare il ricordo di coloro che, in quei difficili momenti, hanno lottato per la libertà”, ha concluso il Presidente, sottolineando la necessità di un impegno costante per difendere i valori di libertà e giustizia.

In un’epoca in cui i conflitti continuano a generare divisioni e violenze, la memoria dell’eccidio di Salussola e il sacrificio dei suoi martiri ci ricordano l’importanza di rimanere uniti in nome della democrazia e dei diritti umani. Con una storia di lotte e resistenza alle spalle, l’Italia deve continuare a trarre insegnamento da questi eventi, proteggendo e promuovendo un futuro di pace e giustizia sociale per ogni cittadino.