
Il prossimo Dalai Lama nascerà nel mondo libero: la sfida politica di Tenzin Gyatso alla Cina
ROMA – Il prossimo Dalai Lama nascerà fuori dalla Cina. Questa affermazione, contenuta in un nuovo libro del leader spirituale del buddismo tibetano, Tenzin Gyatso, riaccende la polemica con il governo di Pechino sulla questione del Tibet, territorio sotto il controllo cinese dal 1951 e dal quale il Dalai Lama è fuggito più di sessant’anni fa.
Tenzin Gyatso, il 14esimo Dalai Lama, ha abbandonato il suo Paese a soli 23 anni, in fuga da una rivolta fallita contro il regime comunista di Mao Zedong nel 1959. Da quel momento, ha vissuto in esilio in India, dove ha continuato a sostenere la causa tibetana e a rivendicare i diritti del suo popolo. Nel suo recente intervento, il Dalai Lama ha sottolineato che "alla mia morte la stirpe non finirà", un chiaro messaggio di continuità per la sua missione spirituale e politica.
La Cina sostiene di avere il diritto di scegliere il successore del Dalai Lama, definendo l’attuale leader come un "separatista" e un esule politico. Le autorità cinesi temono che la scelta di un nuovo Dalai Lama al di fuori del loro controllo possa indebolire ulteriormente la loro autorità nella Regione Autonoma del Tibet.
In passato, il Dalai Lama aveva lasciato intendere che la sua linea di successione potesse concludersi con lui. Tuttavia, ora afferma con determinazione che il nuovo Dalai Lama nascerà nel "mondo libero", implicando che la sua reincarnazione avverrà forse in India, dove vive ora. "Lo scopo della reincarnazione è continuare il lavoro del predecessore", ha scritto Gyatso, enfatizzando la necessità di preservare la missione del Dalai Lama come simbolo di compassione e guida spirituale per il popolo tibetano.
La risposta della Cina non si è fatta attendere. Un portavoce del ministero degli Esteri ha replicato affermando che il Dalai Lama è coinvolto in "attività separatiste anti-cinesi" camuffate da atti religiosi. La tensione tra il leader tibetano e il governo cinese continua a crescere, con il rischio di un conflitto su un tema così delicato quale la successione.
Il Dalai Lama ha promesso di pubblicare i dettagli sulla sua successione in occasione del suo 90esimo compleanno, che cadrà a luglio. In questo momento di riflessione, egli ha espresso la sua preoccupazione per il futuro del Tibet sotto il "reprimente regime comunista cinese" e ha riaffermato che la lotta per la libertà del popolo tibetano proseguirà "non importa cosa accada", anche dopo la sua morte.
Con queste parole cariche di significato, Tenzin Gyatso ribadisce non solo il suo impegno per la causa tibetana, ma anche un messaggio di speranza per un futuro libero e giusto per il suo popolo, ridando slancio alla sua missione spirituale e politica.