
BOLOGNA – La chiusura delle scuole a Bologna per l’allerta meteo ha sollevato un acceso dibattito nelle ultime ore. La decisione, presa dal Comune in risposta a condizioni climatiche avverse, ha ricevuto critiche anche da parte del Coordinamento dei presidenti dei Consigli d’istituto della Città metropolitana e di Bologna. In una lettera aperta indirizzata al sindaco Matteo Lepore, al direttore dell’Ufficio scolastico provinciale Giuseppe Antonio Panzardi e all’assessora regionale all’Istruzione Isabella Conti, il Coordinamento ha espresso il proprio disappunto, richiedendo un confronto urgente per evitare che situazioni simili si ripetano in futuro.
Cosmo Damiano Modugno, rappresentante dell’IC 18 di Bologna, ha sottolineato le difficoltà che le istituzioni scolastiche affrontano nel dover rinunciare al proprio ruolo educativo. “Ci corre l’obbligo ripetere che riteniamo ingiusto chiedere sempre alla scuola di rinunciare al suo ruolo educativo nei confronti dei giovani,” ha affermato, ricordando una precedente missiva inviata nel 2024, da cui ancora si attende risposta. Il Coordinamento esprime preoccupazione che la chiusura massiva delle scuole diventi una prassi adottata in situazioni di emergenza, auspicando la creazione di un tavolo di discussione tra le parti interessate per affrontare meglio tali crisi in futuro.
Inoltre, Modugno ha chiesto di aggiornare la delibera regionale sul calendario scolastico, evidenziando che la normativa attuale richiede di garantire almeno 200 giorni di lezioni. Questa richiesta è stata inviata più volte ai vertici regionali, senza ricevere alcun riscontro. La mancanza di comunicazione ha spinto il Coordinamento a far emergere l’importanza del dialogo per costruire un futuro migliore per gli studenti.
Dure e inequivocabili le parole del sindaco Lepore, che ha difeso la sua decisione di chiudere le scuole durante l’allerta rossa. "Con un’allerta rossa non c’è niente da fare. Le scuole vanno chiuse," ha affermato, sottolineando che la prevenzione di disastri è una responsabilità primaria per i sindaci. Lepore ha richiamato alla memoria la gravità della situazione che ha colpito Bologna in precedenza, e ha insistito sul fatto che “senza queste ordinanze, commetterei un reato” nel caso di incidenti potenzialmente letali.
Il sindaco ha inoltre messo in luce la necessità di un piano di adattamento ai cambiamenti climatici, suggerendo che un territorio più sicuro e preparato ridurrebbe la necessità di misure straordinarie come la chiusura delle scuole. Ha accennato anche alla proposta di attivare la didattica a distanza in caso di chiusura, collaborando con l’Ufficio scolastico.
Infine, Lepore ha ribadito che finora le chiusure si sono limitate a sette giorni in due anni. “Se la situazione dovesse verificarsi più frequentemente, faremo altre riflessioni,” ha concluso, mantenendo un approccio proattivo alla gestione delle emergenze climatiche. In attesa di risposte concrete e piani condivisi, Bologna si trova di fronte a una sfida complessa che mette in gioco la sicurezza e l’educazione dei suoi giovani.