
Scontri a Bologna: manifestazioni in contrapposizione si trasformano in violenza
ROMA – Ieri pomeriggio, Bologna è diventata teatro di scontri tra manifestanti e forze dell’ordine, in occasione di due distinti eventi di protesta. Da un lato, i sostenitori della manifestazione "Una piazza per l’Europa", organizzata dai sindaci di Bologna e Firenze. Dall’altro, il corteo di Potere al popolo e dei centri sociali, che si oppongono al riarmo dell’Unione Europea. La tensione è esplosa quando i manifestanti anti-riarmo hanno tentato di avvicinarsi ai sostenitori europeisti in piazza Nettuno.
Il gruppo di oppressi, partito da piazza San Francesco verso le 16, è stato bloccato in via Ugo Bassi dalle forze dell’ordine, che hanno utilizzato scudi e manganelli per respingere il corteo. Durante gli scontri, uno degli atti più simbolici è stata la bruciatura di una bandiera dell’Europa, evento che ha sollevato critiche e preoccupazioni tra i manifestanti a favore dell’integrazione europea. Numerose bandiere palestinesi e striscioni provenienti dall’Unione Sindacale di Base (Usb) e dal collettivo Cambiare Rotta hanno arricchito il panorama del corteo di protesta.
Nel frattempo, in piazza Nettuno si è svolta una manifestazione pacifica che ha visto la partecipazione di migliaia di persone. Il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, insieme alla collega di Firenze, ha espresso la necessità di una maggiore coesione europea in tempi di crisi. Lepore ha collegato la manifestazione attuale con un evento simile svoltosi a Roma lo scorso 15 marzo, lanciato dal giornalista Michele Serra, sottolineando l’importanza del sostegno a chi si trova in difficoltà.
Nel suo intervento, Lepore ha dichiarato: "Manderò il video di questa piazza al sindaco di Kharkiv, in Ucraina, nostra città gemella dal 1966. Lo invierò anche ai sindaci che sono stati in contatto con noi dalla striscia di Gaza, in Cisgiordania e nel sud del Libano, attualmente sotto bombardamenti.” Il sindaco ha inoltre sottolineato la necessità di portare alla luce le ingiustizie subite dai civili, in particolare dai bambini e dal personale sanitario.
Queste manifestazioni, sebbene avessero scopi e messaggi opposti, hanno messo in evidenza le divisioni e le tensioni sociali attuali in Italia, mostrando come la questione del riarmo e i conflitti internazionali possano accendere focolai di protesta e violenza. Mentre i sostenitori dell’Europa chiedono unità, il dissenso cresce tra chi chiede cambiamento e giustizia sociale. La giornata di ieri ha così messo in luce non solo le divergenze politiche, ma anche un forte desiderio di dialogo e azione collettiva tra le diverse anime del paese.