90% degli adolescenti italiani non pratica sport quotidiano | È ora di cambiare la mentalità sulla salute dei giovani!

Sport e salute: un grido d’allerta in Italia

ROMA – Un preoccupante quadro emerge dai dati forniti dalla Rete Italiana Città Sane – OMS in occasione della Giornata Mondiale della Salute. Sono emerse statistiche allarmanti riguardanti lo stile di vita degli adolescenti e la salute dei bambini in Italia. Secondo l’organizzazione, il 90% degli adolescenti tra gli 11 e i 15 anni non pratica attività sportiva quotidiana, mentre meno del 10% riesce a dedicare almeno 60 minuti al giorno all’attività fisica, come raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

In aggiunta, un bambino su cinque tra gli 8 e i 9 anni è attualmente in sovrappeso, e la situazione è aggravata dalle disuguaglianze territoriali, con solo il 14% dei bambini al di sotto dei 3 anni che frequenta un nido pubblico. Questi dati mettono in luce una grave crisi sia nella promozione della salute che nell’accesso a servizi adeguati.

Per affrontare questa crisi, la Rete ha organizzato un convegno a Roma, previsto per domani, che riunirà istituzioni e esperti in un confronto sul ruolo cruciale del territorio nella promozione della salute. L’evento celebra i 77 anni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e si focalizzerà sul tema ‘Healthy beginnings, hopeful futures’, evidenziando l’importanza della salute nei primi 1000 giorni di vita dei bambini.

Il presidente della Rete Italiana Città Sane, Lamberto Bertolè, ha enfatizzato che “le abitudini sane si costruiscono nei luoghi della vita quotidiana”. Infatti, le città sono essenziali per sperimentare politiche integrate che promuovano il benessere fisico e mentale attraverso scuole, quartieri e spazi pubblici.

I dati analizzati mostrano quanto sia necessario un maggiore impegno nella sensibilizzazione della popolazione. Solo il 37% degli adulti pratica attività fisica 1-3 volte a settimana, rispetto al 61% della media UE, e vi è una crescente incidenza di rinunce alle cure mediche a causa di motivi economici o attese lunghe, segnalata dal 7,6% dei cittadini nel 2023.

Le disparità nell’accesso ai servizi sanitari risultano gravi: in alcune periferie urbane, solo il 40% dei residenti ha accesso tempestivo alle strutture sanitarie, in netto contrasto con l’85% di quelli che vivono nei centri urbani. Inoltre, la disponibilità di posti letto ospedalieri è diminuita drasticamente dal 2010 al 2020.

“Il nostro obiettivo è creare relazioni strutturate tra chi amministra i territori, chi li studia e chi li vive”, ha proseguito Bertolè, sottolineando la necessità di un approccio integrato e territoriale alla salute pubblica. “Le politiche per la salute non possono essere settoriali; hanno bisogno di visione, prossimità e relazioni forti”. Solo attraverso una sinergia tra scienza, istituzioni e comunità si potrà costruire una società più sana e inclusiva.

In conclusione, la Rete Italiana Città Sane lancia un appello all’azione, affinché si lavori insieme per migliorare lo stato di salute della popolazione italiana, trasformando il principio di "Health for All" in una concreta realtà quotidiana.