
Crollo della produzione Stellantis in Italia: -42,5% nel primo trimestre 2025
TORINO – La situazione dell’industria automobilistica in Italia, e in particolare per Stellantis, appare sempre piĂą critica. Nel primo trimestre del 2025, la produzione è crollata del 42,5%, con solo 60.533 vetture realizzate nei vari stabilimenti della compagnia. Questo catastrofico risultato è descritto dall’ultima edizione del report Fim-Cisl, presentato oggi a Torino dal segretario generale del sindacato, Ferdinando Uliano.
Con un totale di 109.900 unitĂ prodotte, includendo anche i veicoli commerciali, si registra una contrazione complessiva del 35,5%. Mai prima d’ora dal 1956 si erano osservati dati così negativi, segnando un nuovo capitolo preoccupante per l’industria nazionale. I veicoli commerciali, con 49.367 unitĂ , mostrano un peggioramento pari al 24,2%, un dato che contrasta fortemente con la crescita del 28,5% dell’anno precedente.
Le cause di questo crollo sembrano radicarsi in una serie di fattori economici complessi. Il report evidenzia che in tutti gli stabilimenti italiani di produzione auto, la situazione è drammaticamente negativa rispetto al 2024, quando Pomigliano d’Arco aveva segnato un’eccezione positiva.
Dati allarmanti dagli stabilimenti
Analizzando i dati a livello di singoli stabilimenti, emergono numeri allarmanti. Lo stabilimento di Mirafiori ha registrato un calo del 22,2% con 9.860 auto prodotte, mentre a Maserati, il numero di vetture è sceso a una cifra risibile di 30 unità , segnando un impressionante -71,4%. A Melfi, invece, l’impennata nel calo della produzione è drammatica, con un decremento del 64,6%, passando da 25.100 a 8.890 auto.
La crisi si estende anche ai mercati esteri: il piano dell’Unione Europea per il settore automobilistico è ritenuto insufficiente per affrontare la transizione necessaria a garantire la sostenibilitĂ ambientale, senza compromettere l’occupazione e il futuro delle aziende europee.
Appello del sindacato: misure straordinarie necessarie
Nel contesto di questa crisi, il Fim-Cisl lancia un appello urgente. Secondo il sindacato, è vitale introdurre misure straordinarie e immediate, proponendo un nuovo Fondo europeo che possa fornire risorse tempestive e simili a quelle del Next Generation EU. “Senza un’azione politica e economica decisa, non riusciremo a garantire un futuro sostenibile per il settore automobilistico e per i suoi lavoratori”, sottolinea Uliano.
Le recenti decisioni del governo italiano riguardanti un taglio di 4,5 miliardi ai fondi destinati all’auto sono state fortemente criticate. Seppur nel 2025 si sia trovata una soluzione temporanea, l’assenza di un piano a lungo termine continua a preoccupare gli addetti ai lavori.
In conclusione, la crisi di Stellantis in Italia rappresenta non solo un problema per il settore automobilistico, ma una sfida per tutta l’economia nazionale, richiedendo una risposta rapida e coordinata per evitare che la situazione possa deteriorarsi ulteriormente.