Guadagnano 50.000 dollari all’anno eppure dormono in rifugi | La verità inquietante sulla classe lavoratrice di New York.

New York: Lavoratori a rischio di senzatetto. Un paradosso drammatico

ROMA – Ciò che per molti è il sogno americano sembra trasformarsi in un incubo per migliaia di lavoratori a New York. Baristi, cuochi, infermieri, autisti e persino dipendenti pubblici sono costretti a rifugiarsi nei centri per senzatetto dopo una lunga giornata di lavoro. Guadagnano 40.000 o 50.000 dollari all’anno, ma non riescono a permettersi un tetto nella città che contribuiscono a far funzionare.

Secondo i dati ufficiali, un terzo delle famiglie nei rifugi di New York ha almeno un adulto impiegato. Non si tratta di disoccupati o migranti, ma di lavoratori che, nonostante una busta paga, si trovano a fronteggiare una crisi abitativa senza precedenti. Come evidenziato dal New York Times, la città che accoglie il suo popolo è ormai ostile alla classe media, con affitti che superano le possibilità economiche di molti.

Più che un fenomeno di povertà tradizionale, quella che stiamo osservando è una situazione drammaticamente nuova. Nei cosiddetti “rifugi per lavoratori”, le persone non cercano aiuto per reinserirsi nel mercato del lavoro, ma solo un letto dove passare la notte dopo un turno di lavoro estenuante. Migliaia di lavoratori si muovono nel sottobosco urbano di una metropoli che, ironicamente, non dorme mai.

Il programma di assistenza all’affitto di New York City, progettato per alleviare questa crisi, sta dando alcuni risultati positivi: oltre 120.000 newyorkesi stanno utilizzando voucher per sostenere le spese abitative e circa 22.000 persone sono riuscite a trasferirsi da rifugi a appartamenti. Tuttavia, la scarsità di alloggi resta un grande ostacolo. Con un tasso di posti vacanti ai minimi storici e oltre 10.000 persone in attesa di un appartamento, il futuro per i lavoratori che si trovano in questa situazione appare incerto.

La realtà di New York pone una serie di interrogativi cruciali: come è possibile che una città così vivace e produttiva possa trasformare i suoi lavoratori in senzatetto? Questo paradosso non solo mette a nudo le contraddizioni del mercato immobiliare, ma dimostra anche la necessità di un intervento strutturale urgente per garantire che anche chi lavora possa permettersi un tetto sotto cui tornare a casa.

La lotta per il diritto all’abitazione è più attuale che mai, e le storie di questi lavoratori devono essere ascoltate affinché non diventino solo numeri in un rapporto statistico, ma volti di una collettività che merita dignità.