Netanyahu torna in Israele mentre Gaza è descritta come un “campo di sterminio” | Cosa significa per il futuro della regione?

Medio Oriente: Netanyahu torna in Israele per testimoniare mentre Guterres denuncia la situazione a Gaza

ROMA – Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu è recentemente rientrato all’aeroporto di Ben Gurion dopo una settimana di viaggio all’estero. Accompagnato da sua moglie, al premier è stata riportata la necessità di testimoniare in tribunale a Tel Aviv, dove si trova coinvolto in un processo penale per presunti crimini di guerra. Un ritorno che avviene in un contesto di forte tensione politica e sociale, evidenziato da un mandato di arresto emesso dalla Corte Penale Internazionale (CPI) nei suoi confronti.

Nei giorni precedenti, Netanyahu aveva visitato l’Ungheria e gli Stati Uniti, dove ha avuto colloqui con il presidente americano Donald Trump. Questo viaggio ha suscitato critiche, dato il grave stato delle questioni legali in corso che lo riguardano.

Nel mentre, il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, ha espresso profonde preoccupazioni sulla situazione umanitaria nella Striscia di Gaza. Guterres ha descritto Gaza come "trasformata in un campo di sterminio", sottolineando l’urgenza di affrontare la crisi umanitaria che si sta aggravando di giorno in giorno. Ha definito "intollerabile" la situazione attuale, avvertendo che senza azioni immediate, ci potrebbero essere conseguenze disastrose anche per la Cisgiordania occupata, la quale rischia di subire un destino simile.

In un incontro con i giornalisti, Guterres ha anche rigettato una proposta avanzata da Israele per controllare le consegne di aiuti umanitari a Gaza, avvertendo che tale misura potrebbe comportare una restrizione estrema degli aiuti, limitandoli "fino all’ultima caloria". Ha ribadito l’importanza di seguire i principi umanitari essenziali, come umanità, imparzialità, indipendenza e neutralità, per garantire un’assistenza efficace e non politicizzata.

A oggi, la situazione è drammatica: dal 2 marzo, nessun aiuto è stato consegnato a Gaza, poiché Israele continua a chiudere i valichi di frontiera vitali per l’accesso umanitario. Guterres ha invocato un immediato cessate il fuoco e ha esortato la comunità internazionale a intervenire per proteggere i civili e garantire aiuti salvavita.

In questo clima di crescente tensione e preoccupazione, il futuro di Gaza e della regione appare più incerto che mai, con richieste di giustizia e sicurezza che si fanno sempre più pressanti.