
L’Europa in Prima Linea nella Corsa all’Intelligenza Artificiale: 20 Miliardi per Gigafabbriche Ecologiche
ROMA – Bruxelles si prepara a investire con decisione nella tecnologia del futuro, annunciando un piano audace da 20 miliardi di euro per costruire una rete di “gigafabbriche” dotate di supercomputer all’avanguardia. Questa iniziativa mira a posizionare l’Europa come un leader nel settore dell’intelligenza artificiale, permettendo al Vecchio Continente di recuperare il terreno perduto rispetto a giganti come Stati Uniti e Cina.
La vicepresidente della Commissione, Henna Virkkunen, ha sottolineato la necessità di “accelerare” gli sforzi per garantire che la corsa all’intelligenza artificiale non venga persa. Le nuove strutture, che sono descritte come veri e propri templi della potenza di calcolo, saranno equipaggiate con oltre 100.000 processori specializzati, rendendole fondamentali per sviluppare modelli di intelligenza artificiale che potrebbero rivoluzionare i settori della sanità, della robotica, dell’industria e della biotecnologia.
La strategia non si limita a costruire hardware all’avanguardia; prevede anche la produzione locale di chip per l’intelligenza artificiale, con l’obiettivo di ridurre la dipendenza dalle tecnologie provenienti dall’estero. I costi necessari per ogni sito variano tra 3 e 5 miliardi di euro, e la Commissione si propone di attivare fondi pubblici e privati con l’aiuto della Banca Europea per gli Investimenti.
Tuttavia, il piano di Bruxelles non è privo di sfide. Le fabbriche, che richiedono un elevato consumo energetico e grandi quantità d’acqua per il raffreddamento, dovranno essere alimentate principalmente da fonti rinnovabili. John Hyland di Greenpeace ha lanciato un allarme, affermando che “ogni nuovo data center rischia di compromettere gli obiettivi climatici europei”, citando l’esempio dell’Irlanda, dove i data center attuali consumano oltre un quinto dell’elettricità nazionale.
Sul fronte normativo, l’Europa si trova di fronte a un altro bivio: è emersa l’idea di rivedere l’AI Act, adottato lo scorso anno e previsto per entrare in vigore nel 2027. La proposta di “semplificare” la legislazione per ridurre la burocrazia ha sollevato preoccupazioni tra i gruppi di consumatori. Frederico Oliveira da Silva del BEUC ha dichiarato che “invece di alleggerire la normativa, la Commissione dovrebbe rassicurare i cittadini su come l’AI verrà usata”, evidenziando la necessità di mantenere elevati standard di protezione.
In sintesi, mentre l’Europa si prepara a lanciarsi nella sfida dell’intelligenza artificiale con investimenti significativi e un piano strategico ambizioso, le questioni ambientali e normative rimangono in primo piano. Solo il tempo dirà se questo approccio audace permetterà all’Europa di emergere come una vera superpotenza nel campo della tecnologia del futuro.