
Il lupo: uccisore di cinghiali e di poche pecore, l’opposizione si fa sentire
ROMA – La battaglia per la protezione del lupo prosegue con vigore. Il WWF Italia, insieme a Legambiente e all’ENPA, ha presentato un ricorso al Tribunale dell’Unione europea per opporsi al declassamento del lupo, come stabilito dalla Decisione (UE) 2024/2669. Secondo le organizzazioni ecologiche, questa decisione potrebbe mettere in pericolo la conservazione di una specie già vulnerabile in molte aree d’Europa.
“Una scelta irrazionale e priva di basi scientifiche”, è quanto hanno sottolineato i rappresentanti del WWF durante un’audizione presso la commissione Politiche Ue. L’associazione ha esortato il Parlamento italiano a respingere la proposta di modifica della Direttiva Habitat, proponendo invece soluzioni basate su dati scientifici e strategie di prevenzione efficaci.
Uno degli argomenti chiave che il WWF ha portato avanti riguarda la marginalità dell’impatto del lupo sulle perdite di bestiame. Solo lo 0,06% del bestiame europeo è vittima di predazione da parte del lupo, corrispondente a un animale ogni 2.000. “Questo impatto è definito assolutamente marginale e viene amplificato da pressioni politiche e zootecniche,” ha dichiarato Marco Antonelli, Wildlife Conservation Specialist del WWF.
Inoltre, Antonelli ha evidenziato che l’attuale regime di protezione consente già di effettuare rimozioni di lupi in casi specifici, senza compromettere la popolazione totale. “È irrazionale pensare che gli abbattimenti possano risolvere i conflitti tra lupo e zootecnia nel lungo termine,” ha aggiunto, sottolineando l’importanza della prevenzione come l’unica vera strategia sostenibile.
L’importanza del lupo nel bilancio dell’ecosistema non può essere sottovalutata. Come ha affermato Annamaria Procacci dell’ENPA, “il lupo è un predatore fondamentale per il controllo degli ungulati, come i cinghiali.” La contraddittorietà della richiesta di abbattere il lupo da parte di chi lamenta i danni causati dai cinghiali è stata evidente nel discorso di Procacci, che ha sottolineato come la presenza del lupo possa effettivamente ridurre i danni arrecati dalle popolazioni di cinghiali.
La richiesta di cambiamento normativo non rispetta il principio di sussidiarietà. Roberta Poscente della LAV ha evidenziato che la modifica della Direttiva Habitat non solo è priva di prove che giustifichino l’intervento dell’Unione europea, ma potrebbe anche ridurre le tutele ambientali già esistenti, contraddicendo i principi di protezione della biodiversità.
Inoltre, il rischio di bracconaggio rimane una preoccupazione costante. “Non abbiamo dati certi sul numero di lupi uccisi illegalmente,” ha avvertito Aiello del WWF, suggerendo che la diminuzione della protezione potrebbe incentivare ulteriormente pratiche illegali.
“Il declassamento è un errore che potrebbe far regredire decenni di sforzi nella conservazione della specie,” hanno ammonito le associazioni ambientaliste. La protezione del lupo non è solo una questione di salvaguardare un animale in pericolo, ma rappresenta un aspetto cruciale per il mantenimento dell’equilibrio degli ecosistemi nei quali vive.
Concludendo, la mobilitazione di queste organizzazioni è un segnale chiaro: la protezione del lupo deve rimanere una priorità per le politiche europee, basata su dati scientifici, prevenzione e coesistenza. Il futuro di questa specie dipende da scelte ponderate e informate, che dovrebbero sempre tenere in considerazione l’interesse della biodiversità e l’equilibrio degli ecosistemi.