Un ‘carcere invisibile’ in arrivo? | Le preoccupazioni dell’Anf sulla nuova amministrazione di sostegno

"L’amministrazione di sostegno non diventi un carcere invisibile": L’allerta dell’Associazione Nazionale Forense

BOLOGNA – L’Associazione Nazionale Forense (ANF) ha lanciato un appello urgente riguardo l’emendamento proposto dal Governo al disegno di legge “As 1192”, esprimendo profonda preoccupazione per il rischio che l’amministrazione di sostegno si trasformi in una forma di interdizione mascherata, creando di fatto un "carcere invisibile" per le persone vulnerabili.

L’ANF si è detta d’accordo sull’obiettivo di superare istituti giudiziari ormai obsoleti, ma ha avvertito che è fondamentale evitare una regressione delle garanzie dei diritti fondamentali. Secondo gli avvocati, la riforma proposta non rispetta le indicazioni formulate dalla commissione Giustizia del Senato, la quale, lo scorso ottobre, aveva sottolineato l’importanza di una disciplina normativa specifica e dettagliata, capace di graduare le misure di protezione in base alla capacitĂ  di autodeterminazione dell’individuo.

Nel comunicato, l’ANF ha evidenziato che l’assenza di autorizzazioni giudiziarie adeguate nelle misure proposte potrebbe condurre a abusi e a una compressione dei diritti di persone che, seppur con difficoltĂ , sono ancora capaci di autodeterminarsi. Questo rischio si estende anche all’obbligo di rendiconto, la cui semplificazione eccessiva può rappresentare una minaccia al patrimonio e alla sicurezza delle persone con gravi disabilitĂ .

“Sarebbe opportuno prevedere un differente livello di formalità” in caso di patrimoni e redditi superiori a una certa soglia, ha suggerito l’ANF, sottolineando che l’amministrazione di sostegno è pensata per situazioni temporanee e contingenti, mentre l’interdizione ha una funzione stabile e duratura per circostanze non reversibili.

I pericoli della riforma

L’associazione ha messo in guardia dal rischio che l’amministrazione di sostegno semplificata si trasformi in un nuovo strumento di interdizione, con conseguenze devastanti per la dignitĂ  e la libertĂ  delle persone coinvolte. Senza meccanismi di controllo adeguati e limiti chiari all’operato degli amministratori, esiste il pericolo di un uso distorto del potere conferito.

In conclusione, l’ANF ha chiesto che la delega in discussione rispetti integralmente il parere della commissione Giustizia, con l’introduzione di criteri stringenti per l’applicazione dell’amministrazione di sostegno e garanzie effettive di controllo giurisdizionale. La partecipazione attiva del beneficiario deve essere una prioritĂ , insieme al coinvolgimento delle professioni legali e del terzo settore nella fase attuativa della riforma.

“Una vera semplificazione normativa non può avvenire a discapito dei diritti,” ha concluso l’ANF, sottolineando l’importanza di mantenere al centro le esigenze e la dignitĂ  delle persone vulnerabili.