
Tensioni tra Stati Uniti e G7 dopo la strage di Sumy: la scelta di non condannare l’attacco russo
ROMA – Gli Stati Uniti hanno preso una decisione controversa rifiutando di sostenere una dichiarazione del G7 che condanna l’attacco russo a Sumy, avvenuto nella Domenica delle Palme e costato la vita ad almeno 34 persone, con oltre 110 feriti. La motivazione ufficiale? L’Amministrazione americana teme che una condanna potrebbe compromettere i già fragili negoziati di pace per la crisi ucraina.
Fonti diplomatiche hanno rivelato che l’amministrazione ha comunicato agli alleati di non potere firmare la dichiarazione di denuncia, in quanto si sta adoperando per mantenere "lo spazio per negoziare la pace". In un momento di crescente tensione, questa scelta ha sollevato un’ondata di critiche e preoccupazioni tra i partner internazionali.
Dichiarazioni e reazioni
Sotto i riflettori, l’ex presidente Donald Trump ha commentato l’accaduto affermando che gli era stato riferito che i russi avrebbero "commesso un errore" nell’attacco a Sumy. Tuttavia, molti osservatori si interrogano su quali siano le basi di tale affermazione, considerando il contesto drammatico della situazione.
Nel frattempo, l’esercito ucraino ha risposto all’attacco colpendo una base russa della 448ª brigata missilistica, coinvolta nell’operazione su Sumy. "È stata registrata una detonazione secondaria di munizioni," ha dichiarato l’esercito ucraino nel suo comunicato su Telegram, sottolineando la continua tensione sul campo di battaglia.
Il sostegno della NATO
Il segretario generale della NATO, Mark Rutte, ha espresso la sua solidarietà nei confronti dell’Ucraina durante una visita a Odessa, accompagnato dal presidente Volodymyr Zelensky. "Il popolo ucraino ha sopportato così tanto, e il sostegno della NATO è incrollabile," ha affermato Rutte, promettendo che l’alleanza continuerà a supportare l’Ucraina nella sua difesa e a scoraggiare future aggressioni. Queste parole pongono l’accento su un impegno chiaro e duraturo della comunità internazionale verso la sicurezza dell’Ucraina.
Con l’attuale situazione geopolitica in continua evoluzione, la mancanza di una risposta unitaria da parte delle potenze occidentali alla strage di Sumy solleva interrogativi sulle future strategie diplomatiche e militari nella regione. Il tempo rivelerà se questa scelta strategica da parte degli Stati Uniti porterà ai risultati sperati nei negoziati di pace o se, al contrario, si tradurrà in un ulteriore aggravamento del conflitto.