Israele prolungherà la presenza militare a Gaza | È la misura che potrebbe cambiare il futuro dell’intera regione?

Gaza: L’esercito israeliano agirà a lungo termine nelle "zone sicure"

Roma – In un contesto di crescente tensione, il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha dichiarato che le forze armate di Israele rimarranno "nelle ‘zone sicure’ a tempo indefinito". Questa affermazione segna un cambiamento significativo nella strategia militare di Tel Aviv, che intende mantenere il controllo su aree già conquistate per servire da “cuscinetto” tra il nemico e le comunità israeliane.

Il discorso di Katz non è casuale. Fa riferimento a umore più bellicoso di Israele in risposta alla recente escalation di conflitti in Gaza, Libano e Siria. “Non lasceremo aree che sono state ripulite e prese”, ha sottolineato il ministro, ribadendo l’intenzione di non retrocedere da territori conquistati. Ciò sembra essere in linea con le operazioni militari avviate all’indomani della rottura del cessate il fuoco.

L’espansione delle operazioni israeliane non si limita a Gaza, ma si estende anche alle regioni meridionali del Libano e alle Alture del Golan, con l’obiettivo di stabilire un confine sicuro. Questo approccio, tuttavia, solleva interrogativi sul rispetto del diritto internazionale, poiché le azioni militari sono state criticate da diverse organizzazioni umanitarie e dalle Nazioni Unite.

In attesa della risposta di Hamas a una proposta di cessate il fuoco inviata da Israele, si chiede il rilascio di undici ostaggi e il disarmo dell’ala armata del movimento. Katz ha fatto notare che Israele sta considerando anche l’interruzione degli aiuti umanitari come parte della sua strategia, affermando che questi indeboliscono il controllo di Hamas sulla popolazione. “In futuro, ci sarà una nuova infrastruttura per la distribuzione degli aiuti attraverso aziende civili”, ha aggiunto, mentre i corridoi di rifornimento sono stati chiusi in risposta alla situazione attuale.

Tuttavia, l’approccio israeliano ha sollevato preoccupazioni. Le agenzie dell’ONU e le organizzazioni come Medici Senza Frontiere hanno denunciato l’impatto catastrofico delle restrizioni sugli aiuti umanitari, con carenze di beni essenziali come acqua, cibo, elettricità e medicinali. Secondo Amande Bazerolle, coordinatrice per le emergenze a Gaza di Medici senza frontiere, “Gaza è stata trasformata in una fossa comune per i palestinesi e per coloro che cercano di assisterli.”

Un altro fattore cruciale è l’andamento dei bombardamenti, che si sono intensificati dall’alba, provocando la morte di 23 persone nel nord della Striscia secondo quanto riportato da The New Arab. La situazione umanitaria si fa sempre più drammatica, mettendo a rischio la vita della popolazione civile e creando scenari di sfollamento forzato.

In un clima geopolitico così teso, le prossime ore saranno fondamentali per comprendere la risposta di Hamas e le implicazioni della politica israeliana nella regione.