85% di adesione allo sciopero Amazon | È solo l’inizio della rivoluzione dei diritti dei lavoratori?

Sciopero Amazon: adesione all’85% secondo i sindacati

Roma, 18 aprile 2025 – Il mondo del lavoro di Amazon è in fermento. Dai dati preliminari, l’adesione allo sciopero indetto dai driver della filiera ultimo miglio dell’azienda è dell’85%, con picchi che raggiungono il 100% a Genova e Rimini. Questo mobilitarsi dei lavoratori è segnato da una chiara volontà di esprimere le proprie necessità e preoccupazioni riguardo alla propria condizione lavorativa.

I sindacati, tra cui Filt, Fit e Uiltrasporti, comunicano che le adesioni variano a seconda delle regioni: in Piemonte si attestano al 90%, in Lombardia al 85%, mentre in Emilia Romagna e Toscana si avvicinano nuovamente al 90%. Anche in Abruzzo e nel Lazio, le adesioni oscillano tra l’85% e il 90%, evidenziando una partecipazione significativa da parte degli addetti.

Secondo le sigle sindacali, attualmente “stanno sostanzialmente lavorando solo gli addetti con contratto precario”. Questa osservazione sottolinea un tema critico del dibattito: l’alta incidenza di lavoratori in situazioni di precarietà, che spesso forniscono i servizi essenziali per l’operatività dell’azienda.

“Un risultato più che soddisfacente” – affermano i rappresentanti dei sindacati – e aggiungono che questa mobilitazione rappresenta una decisa e forte risposta da lavoratrici e lavoratori. Le richieste si concentrano su aspetti fondamentali come salari equi, orari di lavoro giusti, carichi di lavoro sostenibili, salute e sicurezza, e stabilizzazioni.

Questo sciopero sembra rappresentare non solo una protesta, ma anche una richiesta di riforme che possano migliorare le condizioni lavorative e garantire diritti più solidi per i dipendenti. Con un’adesione così alta, i sindacati sperano di poter avviare un dialogo costruttivo con la dirigenza di Amazon, per trovare soluzioni che rispondano alle legittime aspirazioni dei lavoratori.

La questione si pone in un contesto più ampio, riflettendo le preoccupazioni crescenti riguardo al lavoro nella gig economy, dove i diritti dei lavoratori sono spesso messi in discussione. Con gli occhi puntati sui prossimi sviluppi, resta da vedere come reagirà l’azienda a questa mobilitazione massiccia.