252 Enti di Palermo ammessi al bando | Un passo concreto verso la restituzione dei beni alla comunità o solo un altro annuncio vuoto?

Beni confiscati a Palermo: 252 Enti ammessi alla fase successiva del bando

L’Assessore ai Beni Confiscati del Comune di Palermo, Brigida Alaimo, ha annunciato un importante passo avanti nella gestione dei beni sottratti alla mafia. In un comunicato stampa rilasciato ieri, Alaimo ha reso noto che sono stati ammessi alla fase successiva del bando ben 252 Enti, tutti quelli che hanno presentato regolarmente la propria domanda nei termini previsti e con firma digitale conforme.

La decisione di includere tutti i partecipanti validi è stata presa per garantire massima inclusività e trasparenza nel processo. Alaimo ha sottolineato come questo approccio favorisca una gestione più equa dei beni confiscati, permettendo a un numero maggiore di soggetti di concorrere per la loro riutilizzazione.

Nei prossimi giorni, gli uffici competenti procederanno con la preparazione della documentazione necessaria. In particolare, saranno predisposte e pubblicate le schede tecniche descrittive dei beni oggetto del bando, un passaggio fondamentale per informare adeguatamente gli enti partecipanti. La pubblicazione avverrà subito dopo le festività pasquali, insieme all’invio di comunicazioni personali a ciascuno degli enti coinvolti, accompagnato da un avviso pubblico.

Al termine dell’annuncio, Alaimo ha ribadito l’importanza dell’iniziativa, affermando: “Proseguiamo nel solco di un impegno fermo e concreto per la restituzione dei beni sottratti alla mafia alla collettività”. Questo gesto, secondo l’assessore, rappresenta un forte legame tra legalità e territorio, contribuendo a costruire una società più giusta e solidale.

La gestione dei beni confiscati non è solo una questione amministrativa, ma un’importante risorsa per la comunità, che può beneficiare di iniziative realizzate con beni sottratti a chi opera al di fuori della legalità. L’auspicio è che, con la collaborazione di tutti gli enti coinvolti, si possa favorire un uso sociale e culturale di questi beni, trasformando simboli di illegalità in opportunità di sviluppo per la città di Palermo.